Trovati resti fossili di una razza ibrida in Cina? quarta parte

di Gianni Commenta

Torniamo a parlare dei dischi e degli scheletri trovati in Cina. Nel 1974 l’ingegnere Ernst Wegerer vide e fotografò i due dischi nel Museo Banpo di Xian. Il professore di paleo astronautica Erich von Daniken dopo aver saputo dei dischi e delle foto di Wegerer e ne scrisse su uno dei suoi libri ma senza nessun riscontro.

Hartwig Hausdorf nel marzo 1994, assieme a Peter Krassa, amico di von Daniken, parti per la Cina e qualche tempo dopo Hausdorf dichiarò:

Nello Xian visitammo il Museo Banpo, cercando i dischi che Wegerer aveva fotografato venti anni prima. Ma il nostro ottimismo non venne ripagato. Non riuscivamo a trovare in nessun posto alcuna traccia dei dischi. Wegerer si era forse inventato l’intera storia? Non ci sembrava possibile. Chiedemmo alle nostre guide e al professor Wang Zhijun, direttore del museo. All’inizio negarono l’esistenza dei dischi! Dopo avergli esibito le foto dei dischi per un’ora, Thijun disse che uno dei suoi predecessori aveva dato a Wegerer il permesso di fotografarli, che i dischi esistevano, o come minimo erano esistiti. Poco dopo aver concesso a Wegerer di fotografarli, il direttore era stato costretto a dimettersi e di lui non si seppe più nulla. Krassa, compatriota di Wegerer, aveva tutte e quattro le fotografie. Il direttore Zhijun ci mostrò – dopo aver capito che non ce ne saremmo andati senza ottenere quello che volevamo – un libro di archeologia in cui erano riprodotte le foto dei dischi. Più tardi ci portò in un edificio vicino, dove gli artefatti del museo venivano puliti e catalogati. Su una sedia stava una copia ingrandita di un disco di pietra. Alluse che pochi anni prima arrivarono indicazioni ‘dall’alto’, dai suoi superiori, che tutte le tracce dei dischi dovevano essere fatte sparire e che si doveva dire che tutto quell’argomento era una grossa montatura.

Hartwing Hausdorf cercò di avere il permesso di entrare nella zona delle montagne di Baian-Kara-Ula per cercare la popolazione Dzopa. Dato che l’esistenza della tribù è stata accertata fino al 1947, vi è la possibilità di trovare dei discendenti viventi ancora oggi, a meno che l’ordine del 1965 di “far sparire tutte le tracce dei dischi di pietra” abbia occultato tutto.

Hausdorf, nel 1982 cercando la mappa delle minoranze nazionali riconosciute in Cina, ha riscontrato che i Dzopa non sono riconosciuti come minoranza nello Qinghai. Potrebbero essere registrate sotto nome differente, visto che la trascrizione Hanyu-Pinyin, traduce certi nomi in modo completamente diverso rispetto al passato.

Hausdorf ha trovato del mistero anche intorno all’ archeologo Tsum Um Nui, ma un amico asiatico di Hausdorf gli disse che il nome Tsum Um Nei era un misto di cinese e giapponese. La pronuncia giapponese era stata scritta in cinese.

Fonte | Segnidalcielo

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