Trovati resti fossili di una razza ibrida in Cina? terza parte

di Gianni Commenta

Attenzione perché il problema dei dischi di pietra venne proposto all’attenzione generale alla fine degli anni Cinquanta dallo studioso Vyacheslav Zaitsev, membro dell’Istituto delle Letterature dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, ma solo nel 1962, con l’archeologo cinese, Tsum Um Nui, si ritenne di aver svelato il mistero.

La sua interpretazione, è simile alla storia raccontata dal capo religioso degli Dzopa: i simboli incisi sui 716 dischi trovati nella grotta rappresenterebbero degli abitanti di un altro mondo bloccati circa 12.000 anni fa nella zona di Baian-Kara-Ula.

Nonostante fossero venuti in pace, le intenzioni non furono comprese dalla popolazione locale che li inseguì per ucciderli. Secondo la traduzione di Tsum Um Nui “…i Dropa (Dzopa) sbucarono dalle nubi con i loro aeroplani e di seguito gli uomini, le donne e i bambini si nascosero nelle grotte per dieci volte. Quando capirono i segni del linguaggio dei Dropa, realizzarono che i nuovi arrivati avevano intenzioni pacifiche…”

In un’altra parte del testo si racconta del rammarico degli Han per il fatto che i Dropa non fossero riusciti a costruire un nuovo veicolo per ritornare sul loro pianeta.
Il rapporto sulla traduzione venne pubblicato nel 1964, ma le teorie di Tsum Um Nui non furono ben accolte. Altri privati ed organizzazioni di ricerca hanno cercato di dare un senso. I sovietici, dopo aver condotto varie analisi rimasero esterrefatti nel constatare che i dischi contenevano quantità piuttosto alte di cobalto e altri metalli. Il dottor Viatcheslav Saizev scrisse sulla rivista “Sputnik” che i dischi “vibravano” “essi facessero parte di un circuito elettrico”. Questa scoperta aveva poco a che fare con gli altri dischi che rimanevano in Cina e con i simboli.

Altre spedizioni di archeologi avevano raccolto nuovi elementi sul sito e quindi la storia come appariva nella traduzione di Tsum Um Nui poteva risultare corretta. Le leggende, parlavano di uomini bassi, senza capelli, di colorito giallo, che “erano discesi dalle nubi molto tempo prima”, essi avevano grosse e nodose teste su corpi piccoli ed erano mostruosi a vedersi, secondo gli abitanti locali che li avevano inseguiti a cavallo.

La descrizione coincideva con i corpi che il professor Chi Fu Thei aveva recuperato nel 1938, inoltre all’interno delle grotte vennero ritrovate pitture murali che indicavano il sorgere del Sole, la Luna, stelle non identificate e la Terra, tutte interconnesse da linee punteggiate.

I dischi furono datati a circa 10.000 anni prima di Cristo e le grotte erano abitate da due tribù che si autodefinivano Han e Dropa. I Dropa erano alti a malapena un metro e 30, non erano né cinesi né tibetani e gli esperti brancolavano nel buio in merito all’individuazione del loro ceppo etnico.

Fonte | Segnidalcielo

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