Vangelo delle streghe

di Gianni Commenta

Oggi torneremo a parlare del Vangelo delle Streghe, quindi cosa deve essere detto, che cosa deve includere e che cosa deve essere fatto per consacrare qualsiasi cosa a Diana.

«Narra la leggenda che Endimione, riammesso nell’Olimpo, da dove era stato espulso per aver mancato di rispetto a Giunone, fu bandito per trent’anni sulla terra. Essendogli stato concesso questa volta di dormire in una caverna del Monte Latmo, Diana, colpita dalla sua bellezza, gli fece visita ogni notte fino a quando ebbe da lui cinquanta figlie e un figlio. E dopo di ciò Endimione fu richiamato nell’Olimpo».

La seguente leggenda e i relativi incantesimi sono sotto il nome o il titolo di Tana, antico nome etrusco di Diana, che è ancora conservato in alcune zone.

Tana
Tana era una dea bellissima e amava un giovane bello di nome Endamone, come tutte le storie, d’amore, anche qui c’è un’antagonista, cioè una strega, sua rivale, innamorata a sua volta del giovane virgulto, che però non si curava per nulla di quest’ultima.

La strega era decisa a conquistarlo, che egli lo volesse o no, e con questo proposito indusse il servo di Endamone a lasciarle passare la notte nella sua stanza. Una volta giunta in camera, assunse l’aspetto di Tana che egli amava e credendola tale, fu felice di vederla e la accolse con abbracci appassionati.

Il suo amore lo consegnò al potere della strega, in quanto le permise di tagliargli una ciocca di capelli per compiere un incantesimo. Di ritorno a casa la strega prese un pezzo di intestino di pecora e ne fece una piccola borsa. In questa inserì la ciocca assieme ad una piuma, pepe e sale, legò la borsa con un nastro rosso e nero, poi cantò una canzone. Era un canto magico dei tempi antichi che diceva:

Scongiurazione

Ho formato questo sacchetto a Endamone,
È la mia vendetta per l’amore,
Ch’io ti portavo e non ero corrisposta,
Un’altra tu amavi:
La bella dea Tana tu amavi,
Ma non l’avrai; di passione
Ti struggerai, volontà di fare,
Di fare al amore tu avrai,
E non lo potrai fate. Sempre addormentato resterai,
Di un sonno che tutto sentirai,
E la tua bella tu vedrai,
Ma parlare non potrai.
Nel vedete la tua bella,
Volontà di fare al amore
Ti verrà, ma non lo potrai fare.
Come una candela ti struggerai,
Ti struggerai poco a poco,
Come una candela al fuoco,
Tu non potrai vivere,
Tu non potrai stare,
Ti sentirai mancare,
Che il tuo cuore ritto sempre possa stare,
E al amore più non potrai fare.
L’amore che io te ho portato, vo’,
Sia convertito in tanto odio.
Questa, Endamone, è la mia vendetta,
E così sono contenta.

fonte IL VANGELO DELLE STREGHE (Charles Godfrey Leland)

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