I defixionese, le tavolette per maledire usate dell’Antica Roma

di Redazione Commenta

Oggi parleremo di defissioni, un metodo molto antico che veniva usato nell’antica Roma, per maledire gli uomini con l’aiuto degli Dei. Il nome defixiones – defissioni deriva dal latino defigere che significa letteralmente inchiodare, conficcare o immobilizzare, questo allude sia all’atto pratico di come viene costituita la maledizione sia alla volontà del mago di immobilizzare le capacità fisiche e mentali delle persona vittima della maledizione.

Le defissioni di fatti erano testi sacri con con contenuto una preghiera agli Dei contenente una supplica di giustizia divina verso chi aveva procurato torto. Le defissioni venivano scritte su tavolette costituite da lamina di piombo incise poi a graffio con dei chiodi. Sul supporto oltre la maledizione veniva anche scritto il nome della vittima. Tali testi dopo esser stati scritti erano nascosti presso tutti quei luoghi che si ritenevano spazi privilegiati di contatto tra il mondo terreno e ultraterreno: in particolare grotte, fonti, templi e soprattutto tombe individui morti prematuramente o violentemente. Questo atto rispondeva a due necessità: da un lato, celare l’iscrizione agli occhi indiscreti di lettori viventi, dall’altro affidare la propria maledizione alle forze infere (non necessariamente divinità) o alle anime dei defunti.

Questo tipo di maledizione fa parte della magia simpatica e cioè l’atto di trafiggere il supporto scrittorio con chiodi rappresenta anche l’atto e la volontà di trafiggere la vittima con dei chiodi. Tali tavolette non veniva solo usate per le maledizioni, ma anche con lo scopo di far innamorare, o di avere successo e denaro, a seconda della preghiera che veniva quindi incisa.

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