I templi di Iside II

di Redazione 1

Parigi

Nelle fondamenta della cattedrale di Notre-Dame è inserito un altare isiaco, e non è escluso che la chiesa sia stata eretta, almeno in parte, sopra un santuario dì Iside.

Alcuni autori hanno tentato di attribuire origini egizie al nome di Parigi e alla tribù dei Parisi che abitavano nella zona, ipotizzando che “Per-Isi” fosse una traduzione del termine egizio indicarne “Tempio di Iside”. L’egittologo Napoleone Bonaparte credeva in questa etimologia del nome di Parigi (in francese Paris) e per un certo periodo nello stemma della città fu inserito un simbolismo isiaco. Ancora nel sedicesimo secolo, una donna venne punita per aver fatto oggetto di venerazione una statua di Iside conservala in Notre-Dame. Purtroppo, quando questa coraggiosa adoratrice, una sacerdotessa della dea, rivelò al prete che il vero centro spirituale della chiesa corrispondeva alla statua di Iside, questi ordinò che l’immagine venisse distrutta. Non si hanno notizie del destino toccato all’adoratrice.

Petra
Almeno in un’iscrizione si trova l’accenno a un sacerdote operante a Petra, la città scavata nella roccia, alla quale si accede attraverso uno stretto corridoio tra pareti rocciose: il cosiddetto Siq. purtroppo si ignora a quale tempio fosse eventualmente assegnato.
Petra è nascosta in pieno deserto e, per un certo periodo, fu la capitale dei Nabatei.

Filae

II tempio insulare di Filae colpisce ancora i visitatori per la sua particolare bellezza. È stato trasferito su un’isola vicina per impedire che fosse travolto dalle acque del Nilo dopo la costruzione della diga di Assuan; fu l’ultimo tempio a cessare la sua funzione di sede del culto di Iside, che vi fu praticato sino alla fine del sesto secolo d.C. I Blemmi e i Nabatei, appartenenti a tribù locali, si accordarono con i romani per continuare ad avere accesso all’isola per adorarvi Iside nei giorni festivi e ottenere in prestito ogni anno una statua della dea per le loro celebrazioni. Per qualche tempo, riti cristiani e isiaci vi furono celebrati simultaneamente ma, al termine del trattato della durata di un secolo tra l’impero romano e le tribù locali, i riti di Iside furono vietati e abbandonati.

Pompei

II culto di Iside era largamente praticato a Pompei e il tempio della dea resta tra gli edifici meglio conservati. E di piccole dimensioni e ciò dimostra che il numero dei frequentatori doveva essere limitato. Tra le sue rovine sono stati ritrovati i resti dei pasti degli ultimi sacerdoti. Alcuni autori ritengono che i dipinti della «Villa dei Misteri» rappresentino riti di iniziazione isiaci.

Commenti (1)

  1. ma come è brava la mia amiiii..tvtttttb
    domani esame,, ke la forza del dio e della dea sia con me! notte

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