La Dea Maat è una delle più antiche divinità egizie, a Lei sono state dedicate infinite invocazioni, canti e preghiere ed oggi ne vedremo due delle più citate e famose, ma prima conosciamola meglio.
Dea Iside
Inno alla Potenza Generatrice, II PARTE
Quest’inno come ho già ripetuto nel precedente articolo è molto antico ed è stato scoperto fra i manoscritti gnostici di Nag Hammadi. La poesia sembra essere narrata da un essere divino di sesso femminile. Molti studiosi hanno associato questa poesia ad una dedica per la Dea Iside, ma molte sono le opinioni contrastanti.
Poichè la poesia è molto lunga mi sono permessa di dividerla in parti, ed oggi leggeremo la sua “seconda parte”.
La preghiera del mattino a Iside
Nella mitologia egizia, la dea Iside è la dea della maternità e della fertilità e nei secoli sono state molte le preghiere a lei rivolte. Oltre a quelle utilizzate per celebrare al meglio la Festa di Iside, che cade il 6 di gennaio, ce ne è una che viene rivolta alla dea al mattino.
Preghiera a Iside
Nel calendario esoterico la Festa di Iside è la seconda ad essere celebrata in ordine di tempo (6 gennaio), dopo quella di Giano. Alla Dea viene rivolta una preghiera che si è tramandata nei secoli e che ancora oggi è il simbolo della devozione per quella che viene considerata la dea della maternità e della fertilità nella mitologia egizia.
Saluto del mezzogiorno per Iside
Oggi continueremo a parlare della dea Iside e delle preghiere che le venivano rivolte durante la giornata e in particolare oggi vi elencherò alcuni saluti del mezzogiorno, ma anche un particolare saluto a Nefti, dea gemella di Iside, che influenza e governa l’eclissi solari e lunari.
Saluto del mezzogiorno
Questo rito, innanzitutto, viene compiuto all’aperto o comunque sotto i raggi del sole, in modo tale che il corpo assorbe l’energia dei raggi solari, bisogna rilassare il corpo e sgombrare la mente, abbandonarsi totalmente al tepore caldo del sole rievocando un luogo dove avete trascorso un bel momento sotto il sole in cui eravate felici, e immaginatevi che eseguite il rito proprio in quel luogo.
Rito di autonominazione
Di solito chi intrapende il cammino come seguace della Dea Iside decide un nome, o molto spesso il nome viene affibbiato dal sacerdote o sacerdotessa durante il rito di iniziazione al culto, il nome come sappiamo è indispensabile per essere riconosciuta e chiamata dagli altri seguaci o durante i riti. Può capitare però che il nome datovi non è di gradimento o non lo si sente adatto alla propria persona e al modo di essere, o molte volte capiterà che nel cammino spirituale si voglia cambiare. Innanzitutto riflettete attentamente sul vostro nuovo nome: potete magari combinarlo con una descrizione come «sacerdotessa del faro di Pharia» oppure «Serapione, servo dì Serapide».
Preparatevi o acquistate una nuova veste rituale. Ponetevi davanti al vostro altare. Accendete candele o lampade a olio e offrite incenso e dite:
Il nodo di Iside, come farlo!
Oggi torneremo a parlare del nodo di Iside e precisamente come farlo, esso veniva anche chiamato nodo di tiet o thet ed era un potente amuleto egiziano, era fatto di pietra rossa o color oro. Una volta scolpito, doveva essere immerso nell’acqua di fiore di ank-ham. Questo fiore, che non è stato ancora esattamente identificato, probabilmente aveva un profumo simile a quello del gelsomino o della gardenia. Il possesso del nodo di Thet assicurava al defunto la capacità di recarsi ovunque volesse nell’aldilà, e inoltre dava protezione in vita.
1. Stando in piedi, tenete la stoffa di fronte a voi con l’ornamento o la parte più bella lontana dal corpo. La restante lunghezza della stoffa dovrebbe cadere lungo il vostro fianco sinistro.
2. Prendete con la destra l’angolo superiore destro della stoffa, reggendone il resto con la sinistra.
Gli abiti per il culto della Dea Iside
Oggi torneremo a parlare dei devoti della dea Iside e delle vesti che indossavano i sacersoti e le sacerdotesse durante i riti per onorare e festeggiare Iside e Osiride. Alcuni scrittori iniziati al culto della dea hanno descritto con tanta precisione i vestiti e i colori che indossavano gli dei e di conseguenza anche i loro devoti.
Le vesti delle sacerdotesse
Non c’è limitazione a ciò che una sacerdotessa può indossare per il culto della Dea Iside senza che risulti fuori stile, infatti Iside e le sue sacerdotesse sono state per molto tempo raffigurate con una tale varietà di colori, forme e stili diversi. Spesso la Dea veniva ritratta in dipinti templari e tombali con indosso una tunica molto aderente ornata di vividi disegni tessuti o ricamati, tra questi molto frequente era il simbolo delle ali incrociate dell’avvoltoio sacro che avvolgeva le anche della dea.
Alcuni nomi dei devoti della Dea Iside
Oggi torneremo a parlare della dea Iside ma in particolare dei sacerdoti e delle sacerdotesse che li furono devoti, tramite scritti dell’epoca e iscrizioni templari e tombali sono giunti fino a noi alcuni nomi, eccone un elenco:
Alexandra (f)
Anihia (f)
Anlonius (m)
Anuph (m)
Apollodorous (m)
Arsinoe (f)
Augusta (f)
Auguslus (m)
Calasiris (m)
Canlria (f)
Cleopatra (f)
Iside, la dea dai mille nomi
In quanti nomi può essere chiamata una dea? Si presume in pochi, o si pensa che la dea abbia solo un nome, e invece oggi vi farò scoprire che la Dea Iside veniva chiamata in antichità con moltissimi nomi e affermazioni. Solo pronunciare i suoi nomi costituiva una litania sacra, sebbene molti dei titoli di Iside siano andati da lungo tempo perduti e molti altri restino da scoprire, ecco qui di seguito alcuni dei molti nomi dalla “A” alla “Z” che le vennero attribuiti nel corso della sua lunga storia.
Abile nel calcolo
Abile nella scrittura
Abitatrice a Netru
Africa
Inno per Iside II
Oggi vi propporrò un altro inno dedicato alle dea Iside, questo inno antichissimo fu scritto da uno dei suoi adoratori chiamato Cyme.
Io sono Iside, la signora di ogni terra, e sono stata istruita da Hermes e con Hermes ho inventato lettere, sia le sacre sia le demotiche, per modo che tutte le cose possano esser scritte con gli stessi segni. Io ho dato e prescritto leggi per gli uomini che nessuno è in grado
di mutare.
Io sono la figlia maggiore di Crono. Io sono moglie e sorella di re Osiride. lo sono colei che trova frutti per gli uomini. Io sono madre di re Horus. Io sono colei che sorge nella stella canicolare. Colei che è detta dea dalle donne. Per me è stata costruita la città di Bubasti. Io ho diviso la terra dai cicli. Io ho mostrato il sentiero delle stelle. Io ho ordinato il corso del sole e della luna. Io ho inventato i traffici nel mare.
Inno per Iside
Ogni dea ha i suoi inni composti appositamente per lei dai suoi adoratori, con parole che esprimono tutto il loro amore verso essa, che la elogiano per i suoi poteri immensi, oggi e domani vi cito questi due inni dedicati alla dea Iside.
Il primo inno è scritto da Isidoro che fu un adoratore della dea a Madinet Madi, nella grande oasi del Fayoum a sud dell’attuale Cairo, ali’incirca nel primo secolo a.C. L’originale dell’inno venne incìso su pietre del tempio, diventando un modello di fede per coloro che accedevano al sacro recìnto.
Un inno di Isidoro
Dea Iside, le due rappresentazioni
Oggi contunueremo a parlare della Dea Iside, come sappiamo molti popoli hanno venerato nel corso degli anni questa Dea e ogni popolo la raffigurava e la addattava alle loro usanze e costumi. In giro per il web ci sono molte raffigurazioni della Dea, ognuno diversa dall’altra che confondo chi non la conosce, ma due sono le principali raffigurazioni di Iside.
Iside Greco – Romana
La dea Iside greco-romana è raffigurata con in mano il sistro e nell’altra mano un vaso, altre immagine della dea la mostrano appoggiata ad un remo simbolo del suo potere sulla navigazione, in un altra immagine ancora la mostrano con delle corna che versa cibo simbolo del potere che esercitava sull’agricoltura, e della benvevolenza che aveva verso il genere umano.
Altare dedicato ad Iside
Quando si inizia il cammino verso la conoscenza dell’arte, sappiamo tutti che servono strumenti indispensabili, che siano candele, mortaio, bacchetta, athame, statuette delle divinità eccetera.
Ovviamente all’inizio nessuno possiede uno spazio adeguato, anche perché questi oggetti si accumulano con il tempo e nessuno li ha a portata di mano, capita però in seguito che abbiamo cosi tanti oggetti, che vorremmo tenere esposti sempre, e quindi l’idea dell’altare o di uno spazio sacro diventa indispensabile, che può essere sia uno scaffale o un piccola tavolino. Questo spazio però deve venire purificato o almeno “inizializzato”, ovviamente ogni oggetto deve venire purificato e consacrato prima di utilizzarlo per l’altare.