Inni Orfici – quarta parte

di Gianni Commenta

Gli Inni Orfici son un libro di culto realizzato nel I o II secolo d.C.‚ in Asia Minore‚ da un gruppo di adepti di Dionisio.

Oggi, presenteremo tre Inni Orfici, quello all’Etere, agli Astri e ad Eracle.

Inno orfico all’Etere, profumo di croco

O tu che hai l’eccelsa forza per sempre indistruttibile di Zeus,
parte degli astri, del Sole e della Luna,
che tutto domi, spirante fuoco, scintilla per tutti i viventi,
Etere che splendi in alto, elemento ottimo del cosmo,
o germoglio splendente, apportatore di luce, rilucente di stelle,
invocando ti supplico di essere temperato e sereno.

da Inni Orfici, ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciarelli

Agli Astri. Profumo di aromi

Degli astri splendenti invocherò il sacro splendore
con voci conformi al rito chiamando i démoni santi.
Astri celesti, cari figli della notte nera,
che vi muovete in giro con vortici circolari correndo intorno.
Scintillanti, di fuoco, genitori di tutto sempre,
determinate il destino essendo guide di ogni destino,
regolate il sentiero divino degli uomini mortali,
sorvegliate le zone dalle sette luci, vagate nell’aria,
celesti e terrestri, dalla corsa di fuoco, eternamente indistruttibili,
illuminate sempre il manto oscuro della notte,
risplendenti di scintillii, benevoli e notturni;
venite ai sapienti cimenti del sacro rito
compiendo la corsa valorosa per imprese gloriose.

da Inni Orfici, ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Inno orfico a Eracle.

Eracle d’animo vigoroso, di grande forza, prode Titano,
dalle mani potenti, indomito, ricco di fatiche gagliarde,
dalle forme cangianti, padre del tempo, eterno e benevolo,
indicibile, d’animo selvaggio, molto pregato, onnipotente,
che hai un cuore che tutto vince, forza grande, arciere, indovino,
che tutto divori, di tutto generatore, fra tutti supremo, di tutti soccorritore,
che per i mortali hai dato la caccia e posto fine alle specie feroci,
desiderando la pace che nutre i giovani splendidamente onorata,
che da te stesso nasci, infaticabile, il migliore germoglio della Terra,
lampeggiante di scaglie primigenie, Paion di gran nome,
che intorno al capo porti l’aurora e la nera notte,
passando attraverso dodici lotte da oriente ad occidente,
immortale, esperto, infinito, incrollabile;
Vieni, beato, recando tutti i sollievi alle malattie,
scaccia le malvagie sciagure agitando il ramo nella mano,
e manda via le Chere penose con velenose frecce alate.

La poesia del mondo. Lirica d’Oriente e d’Occidente, Guanda 2003

fonte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>