Meditazione guidata attraverso la runa Jera, II parte

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Nel precedente post abbiamo iniziato a viaggiare del mondo della runa Jera, abbiamo lavorato con i mietitori, e abbiamo seminato i nostri semi, che daranno i frutti solo dopo l’inverno; abbiamo appreso che i semi devono essere seminati in modo giusto, perché solo così daranno buoni frutti. Ora ci troviamo in grande sala, si sta festeggiando la fine del raccolto, siamo quindi a settembre il giorno di Mabon. Una grande tavolata è imbandita con le cose più buone, a capo tavola siede un uomo con le corna di cervo, chi sarà?

Dietro questo strano uomo, una donna dai lunghi capelli scuri, veste di un vestito verde intenso, ed un strano e luminoso luccichio si scruta in lei. E’ di una bellezza mozzafiato, le sue curve sono abbondanti, piene; ella sale sul tavolo e cammina su di esso, facendo versare il sacro idromele, la cui schiuma scivola copiosamente dal tavolo. Tutti ridono allegramente, l’uomo dalla testa di cervo, si alza in piedi, con fare austero, e con il bastone di legno, batte sul pavimento, per zittire tutti e avere attenzione, scruta tutti negli occhi e poi dice: “Possa Mornir ricevere questo dono”. Fa il giro del tavolo, e ad ogni presente nella sala, posa il bastone sul capo, e ripete le parole.

Dalla finestra si scorge la neve che inizia a cadere a fiocchi, coprendo i campi con una soffice coltre bianca. L’inverno è arrivato, la Signora dal vestito verde, si sveste, scoprendo il suo corpo, che adesso sembra livido e scheletrico, il suo viso è scarno e cadaverico, gli occhi sembrano non avere più vita. L’uomo con le corna di cervo entra in sala, con un cinghiale, il collo inghirlandato di rosmarino, lo mette al centro della sala così ognuno, una alla volta, si avvina a quel sacro animale, lo tocca e esprime la sua gratitudine e la sua preghiera.

Tocca, ora a voi, toccare il capo di cinghiale, la pelle del suino è calda e confortante sotto le vostre dita, i suoi occhi scuri pare vi guardano, e voi siete intimoriti da quel maestoso animale. Una volta che tutti gli invitati hanno avuto l’occasione di toccare il cinghiale, l’uomo con le corna di cervo, lo porta, in un corridoio fatto di sole pietre vive, gli prende con forza il capo, e con un’ascia gli taglia il collo, ed il sangue inizia a sgorgare in torrente.

Il viaggio attraverso la runa Jera continua nel prossimo post…

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