Michael E. Marcum … l’inventore de la Macchina del Tempo: seconda parte

di Gianni Commenta

Oggi torneremo a parlare di Marcum e della sua “macchina del tempo“.

Nell’aprile del 2007, attraverso un sito internet, il caso si riaprì poiché una certa signora Claudia S. ha conosciuto personalmente Marcum:

Siamo venuti in contatto con Mike Marcum dopo che nel 1995 ci contattò. Venne a casa nostra e noi stessi andammo a St. Joe EP dove ci raccontò dei suoi esperimenti e ci mostrò e lasciò addirittura un vecchio giornale che aveva portato con lui durante uno dei suoi esperimenti.
Gli comprammo da mangiare e lo aiutammo con alcune donazioni per finanziare i suoi progetti. Avevamo creduto a quello che ci raccontava e ci chiediamo che fine possa aver fatto. Ci aveva informato che avrebbe lasciato St. Joe

La signora tra l’altro aveva contattato tramite un’e-mail il sito. Il sito, non appena ricevuta la notizia, spammò l’indirizzo della donna con innumerevoli domande che potessero aiutare a capire, una volta per tutte, che fine avesse fatto Mike E Marcum.

La risposta della signora alle domande fu:

Non avevo mai sentito parlare di Marcum prima che ci contattasse, e tanto meno conosco la sua storia precedente, era abbastanza povero quando l’ho conosciuto. Non sapeva neanche dove avrebbe fatto il prossimo pasto.

Non credo che la famiglia di Marcum fosse molto interessata alla sua vita e anzi ho avuto l’impressione che Marcum fosse un solitario. Per quanto riguarda il suo aspetto fisico era magro e alto.
Era sempre molto sobrio e non si è mai messo a ridere di noi. E’ sempre stato molto serio e non ha mai nascosto i suoi obiettivi. Era un tipo innovativo e ha usato per la sua macchina oggetti facilmente reperibili. Era solo una persona molto intelligente, non uno “scienziato cadetto“.

Da quel giorno, più nessuna notizia fu rilasciata o pervenuta sul ragazzo, e la sua storia ha ancora del misterioso. In molti si chiedono se sia finito o meno nel futuro o nel passato e se non fosse più riuscito a tornare ai nostri tempi. Questa storia mi fa un po’ pensare a John Titor.

Fonte | Segnidalcielo

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