La perfida Berta e i fantasmi di Firenze

di Valentina Cervelli Commenta

È innegabile: i fantasmi sono quell’elemento soprannaturale capace di attirare anche l’attenzione degli scettici. E come ogni città anche Firenze ne ha di più noti, come ad esempio la perfida Berta, la cui storia viene raccontata spesso ai turisti e ai curiosi, insieme a quella di Ginevra e di Baldaccio.

La perfida Berta pietrificata nel campanile

Partiamo dalla perfida Berta, una delle presenze fiorentine più note e in qualche modo apprezzate: si racconta che la donna si palesi spesso sulla torre campanaria di Santa Maria Maggiore, in pieno centro città. La sua presenza è rappresentata per il mondo dei vivi da una testa di donna affissa sul muro romanico della costruzione, con tanto di nome di accompagnamento. Non si sa ancora chi sia di preciso la perfida Berta: c’è chi dice che fosse la madre di Carlo Magno, chi la figlia dell’imperatore Eraclito di Costantinopoli: c’è ancora chi pensa si tratti di un umile cavolaia. A prescindere dalla sua identità, quel che si racconta è che avrebbe stuzzicato Cecco D’Ascoli, uno scienziato che era stato condannato a morte per rogo con l’accusa di stregoneria.

In pratica nel 1327 mentre veniva portato in piazza Santa Croce lo scienziato chiese dell’acqua e Berta affacciandosi dal campanile intimò alla folla di non dargli nulla da bere dato che gli stregoni, secondo la leggenda, si sarebbero potuti salvare se idratati. Cecco le rispose, testualmente, “tu da lì il capo non caverai mai”.  Si racconta che rimase pietrificata all’istante. Un racconto poco attinente a possibili verità: l’ipotesi più probabile è che fosse una erbaiola che regalò i soldi per la torre campanaria alla città e la stessa per ringraziarla, decise di riprodurne il capo. Qualsiasi sia la reale storia, sembra che una donna venga spesso avvistata sulla torre. Sarà solo suggestione?

La storia dell’innamorata Ginevra e di Baldaccio D’Anghiari

Altro fantasma famoso di Firenze è Ginevra, ricca donna del Trecento innamorata di Antonio Rondinelli, che la famiglia obbligò a sposare Francesco Agolanti, in un matrimonio d’interesse e potere. La giovane si ammalò di peste e cadde vittima di un caso di morte apparente. La storia vuole che risvegliatasi con addosso i paramenti funebri tornando a casa dal marito lo stesso la credette un fantasma tornato dal mondo dei morti. Sia lui che i genitori di lei rimasero sconvolti e la cacciarono: solo il suo vecchio amore la accolse con gioia e le autorità ecclesiastiche le diedero modo di sposarsi con lui.

Baldo di Piero Bruni, detto Baldaccio d’Anghiari era un eroe di guerra che venne assassinato nel 1441 e trascinato a piazza della Signoria e lì decapitato per via di una congiura organizzata dal gonfaloniere Bartolomeo Orlandini. Di lui si racc0nta che il fantasma alla ricerca di giustizia sia stato anche immortalato in alcune foto.

 

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