Il quadrifoglio

di Redazione Commenta

Chi di noi nella vita non ha mai fatto affidamento ad un oggetto portafortuna? Che sia stato un ciondolo, un piccolo peluche, un indumento, per noi rappresentava la salvezza ad ogni sventura.

Ora potremmo pensare che solo noi, popolo Italiano, di indole superstiziosa ricorra a questo tipo di cose, ma così non è. I portafortuna risalgono a molti secoli fa, e venivano e vengono usati in ogni parte del mondo. Come esempio prenderemo il quadrifoglio, il quale ha una storia davvero molto interessante, che ha origine in Egitto ai tempi della Dea Iside.

Iside, conosciuta anche come Stella del Mattino, era la divinità più importante del culto egizio, considerata “Madre di ogni cosa” ed uno dei suoi principali simboli era il quadrifoglio, pianta alquanto rara a quel tempo. Quindi potete ben capire, quanto il quadrifoglio per il popolo egizio era importante, tanto da essere usato anche in molti riti. Infatti tra gli Egizi non vi era iniziato migliore di uno che trovava un quadrifoglio; questa piccola pianta era considerata dai patriarchi come la prova evidente della protezione della Dea. In occasione della cerimonia d’ iniziazione, il neofita fortunato, offriva a Iside il quadrifoglio che aveva scovato, ed in cambio, dal Grande Sacerdote riceveva un quadrifoglio d’argento, che aveva lo scopo di proteggere il neofita per tutta la vita, assicurandosi la protezione di Iside.

Il quadrifoglio, inoltre, veniva considerato il compagno della felicità, e veniva regalato alla futura sposa dal fidanzato, come, appunto segno di fedeltà e felicità; la sposa lo doveva portare al collo, fino a che partoriva il suo primogenito, dopo il quadrifoglio doveva passare al piccolo, per proteggerlo dalle avversità della vita. Nelle famiglie si trasmetteva in padre in figlio, simbolo e augurio di prosperità; e si usava deporlo anche nelle tombe , fiduciosi che l’efficacia del quadrifoglio durasse anche dopo la morte fisica.

Il quadrifoglio veniva scolpito nei monumenti più importanti, sulla maggior parte dei libri funebri, ed i sacerdoti e sacerdotesse della dea Iside, portavano sulla loro tunica una spilla a forma di quadrifoglio, come segno di devozione.

Fonte: Il libro Infernale, trattato di scienze occulte.

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