Quando la natura ringrazia

di Redazione Commenta

Le leggende sono la base di ogni culto, essi spiegano, seppur a volte, andando oltre la realtà e mischiando un po’ di pura fantasia, come e perché la natura si comporta in un certo modo, e come l’uomo deve avvicinarsi ad essa in modo corretto. Un esempio è questa leggenda giapponese che sto per raccontarvi, la quale spiega di come essere generosi con la natura e con gli esseri che ci abitano, spesso può ricompensare.

In un isoletta di pescatori viveva Hikoichi, un ragazzo umile e taciturno, che lavorava come sguattero di cucina in un peschereccio. Egli trascorreva i suoi giorni nella calda cucina di bordo, preparando il riso, e tagliando verdure, avendo come sottofondo i rumori comuni della nave che naviga. Hikoichi, purtroppo però, era considerato da tutti uno sciocco, non in grado di diventare un pescatore, destinato per sempre alla vita da garzone, questo perché, dopo ogni pasto in cucina, prendeva tutti gli avanzi, richiamava i pesci intorno alla barca, e gettava loro gli avanzi.

I pescatori nell’udirlo chiamare i pesci lo deridevano dicendogli “Sentite l’imbecille che parla con i pesci. Chissà forse un giorno i tuoi pesciolini ti risponderanno e ti diranno quanto ti sono riconoscenti!”. Hikoichi di questo non se ne curava più di tanto e continuava ogni giorno a gettare gli avanzi, in mare, per i pesci.

Una notte la nave era alla fonda in una baia molto ampia e tutti i pescatori, stremati dalla giornata di lavoro, si erano addormentati profondamente. Hikoichi, come sempre, era ancora al lavoro, intento a lavare il riso per il pranzo del giorno dopo, quando si accorse d’improvviso non emetteva alcun rumore, salì sul ponte, e vide in effetti che la nave era ferma. Il mare non c’era più, la nave si trovava arenata su un enorme banco di sabbia finissima, il suo colore era così brillante che sembrava oro. Hikoichi estasiato da tanta bellezza, decise di raccogliere in due secchi un po’ di quella strabiliante sabbia, in ricordo di quello splendore, e li ripose nella sua cabina.

Il mattino seguente Hikoichi si svegliò presto e corse sul ponte, per poter ammirare la sabbia brillante alla luce dell’alba, ma con sua grande sorpresa, la nave galleggiava sulle acque della baia,e della sabbia dorata non ce n’era più traccia. Racconto così tutto ai suoi compagni, che ovviamente non gli credettero e lo preso ancora più in giro, dicendogli che forse stava diventando pazzo. Hikoichi di certo non si offese, e corse a prendere i due secchi pieni di sabbia, che aveva riempito la notte, ma invece di quello che poteva sembrare sabbia, i secchi erano colmi di polvere d’oro.

Hikoichi, da quel giorno, non si imbarcò più, ormai era diventato ricco e poteva vivere in una bella casa nuova. Si comprò, però, una barchetta e ogni giorno andava in mare per portare da mangiare ai pesci. Visse a lungo felice sull’isola e nessuno lo chiamò più sciocco e pazzo.

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