La sedute spiritiche alla fine degli anni Settanta – parte I

di Gianni Commenta

Ricordate il denaro di James Kidd? Che lasciò per fare studi sull’anima e dimostrarne l’esistenza? Nel 1973 in un laboratorio della Phisical Research Foundation (PRF) alla Duke University due gattini attendeva in uno scatolone mentre a circa quattrocento metri di distanza il loro padrone si sottoponeva ad un esperimento.

Keith Harary era il padrone dei due gattini e destinato ad avere una brillante carriera come parapsicologo. Sdraiato su un divano il ragazzo era collegato ad una serie di macchine che avrebbero misurato il suo battito cardiaco, la respirazione e le sue onde cerebrali.

Harry era in grado di fare esperienze extracorporee (OBE, out of body exsperiences) e ne aveva già avute molte. Un’esperienza extracoporea è una situazione in cui la cosicenza, ovvero l’anima umana, lascia il corpo e vaga per andare ovunque voglia.

Nel laboratorio i gattini erano agitati e si muovevano su una sorta di scacchiera numerata mentre Robert Morris, laureato in psicologia biologica e coordinatore delle ricerche ne seguiva i movimenti. I due gattini si chiamavano Anima e Spirito e vedendoli molto agitati lo studioso tolse il primo dalla scatola. Spirito si agitò ancora, ma poi andò a raggomitorlarsi in un angolo.

Nello stesso momento, nall’altro laboratorio, Harary viveva un OBE e i mutamenti nel suo corpo venivano registrati. Lo studente ebbe un aumento del rilassametno, battiti cardiaci e respirazione affrettati.

Quando poi Hahary tornò era deluso perchè durante il viaggio astrale aveva visto solo Spirito e pensava che l’esperimento non fosse riuscito. A distanza di anni il fondatore della PRF si limitava solo a dire che il gatto aveva risposto a qualche stimolo, ma non volle trarre conclusioni.

Secondo l’uomo pensare in termini di mente e corpo era sbagliato. Nella parapsicologia era in atto una rivoluzione che si oppone alle teorie ritenute valide fino a quel momento. L’anima non sarebbe più stata distinta e separata dal corpo e dall’ambiente, bensì sarebbe diventata fonte di unificazione del cosmo.

L’anima sopravvive alla morte del corpo, ma solo come parte di ciò che continua a vivere. Un ragionamento che sembra contorto e che porta ad altre considerazioni (continua)

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