Il sesto senso esiste

di Redazione 1

Esiste un modo di dire famoso, che diciamo un po’ tutti quando abbiamo un’intuizione, un’illuminazione, un flash, la classica lampadina che si accende nella nostra mente; “Me l’ha detto, il mio sesto senso”. Ma a cosa ci riferiamo realmente? Esiste davvero un sesto senso, che gli studiosi non hanno ancora scoperto, o è solo un qualcosa, un’informazione utile che ci viene fornita da entità superiori ( e NON parlo di alieni, ma di spiriti)?

Charles Richet, medico e fisiologo francese, nel 1928, fu il primo a formulare l’ipotesi che nell’essere umano esistesse un sesto senso, e che in alcune persone, come i medium e i sensitivi, questo senso, fosse più sviluppato. Egli associava, infatti, il potere della chiaroveggenza e della telepatia, al sesto senso. Questa ipotesi, non è mai stata del tutto scartata, ma nemmeno c’è mai stato un reale riscontro, una scoperta, sul punto in cui risiedesse questo particolare senso.

Alcuni anni fa, l’ipotesi di Richet, fu ripresa in considerazione da Remy Chauvin, biologo francese, meglio conosciuto in parapsicologia con il nome di Pierre Duval. Egli spiegò ed associò, il sesto senso dell’uomo, ai sensi che hanno, particolari animali, come i cani, a fiutare il pericolo prima che accada. Secondo Chauvin, l’uomo all’interno del cervello, avrebbe delle particolari vibrazioni che prevedono il pericolo ed a volte il futuro.

La teoria di Chauvin è stata per lungo tempo poco seguita dagli studiosi di parapsicologia, ma oggi finalmente abbiamo alcune risposte, grazie agli scienziati della Washington University di St. Louis, che hanno finalmente fatto delle grandi scoperte a rigurado. Pare che il sesto senso esiste realmente, e si trovi nel cervello, in una regione tra i due emisferi, in particolare nella corteccia cingolata anteriore. Qui di fatti risiede un sistema dall’allarme che ci avverte quando qualcosa non va, o qualche ci sarebbe un pericolo imminente per noi, o per i nostri cari.

Questa particolare scoperta, oltre a fare luce sul nuovo senso, può avere sviluppi in ambito psichiatrico perché potrebbe spiegare l’origine neurologica di comportamenti anomali comuni nei pazienti schizofrenici e con disturbi ossessivo-compulsivi. In effetti, la corteccia cingolata è una vecchia conoscenza dei neurologi perché in alcune malattie può essere anatomicamente diversa rispetto alle persone sane.

Commenti (1)

  1. interesante grazie

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