Spettri nell’Inghilterra del XIX secolo

di Gianni Commenta

Il periodo d’oro per gli spettri in Inghilterra fu nel XIX secolo, quando la nazione era presa tra scienza e religione, tra ragione e sentimento e la società vittoriana sviluppò un’ossessione per il romanticismo e un morboso interesse per la morte e gli spiriti dei defunti.

Le storie di fantasmi, morti e apparizioni divennero vere e proprie forme di intrattenimento. Un astuto uomo d’affari, George R. Tweedie pensò bene di ideare una serie di conferenze accompagnate da immagini per illustrare cinquanta storie di fantasmi.

Riscosse un enerme successo, tanto da finire sulle pagine del Pall Mall Gazette. Ogni abbonato poteva avere la serie di conferenze per mezzo scellino, ma questa non forniva risposte, soltanto la rassegna di alcune storie di fantasmi recenti e diffuse ampiamente.

Solo alla fine il signor Tweedie affermava il suo punto di vista dichiarando questo argomento un “capitolo oscuro della storia umana” e aggiungeva “imperscrutabile lavorio della mente umana, della coscienza” e si domandava quale fosse la vera causa scatenante di simili fenomeni.

La maggior parte delle visite dei fantasmi avvenivano perchè questi ultimi nella loro vita terrena avevano dovuto sopportare angherie o situazioni negative per cui tornava per “pareggiare i conti” con li aveva maltrattati. Tra le cinquanta apparizioni c’era quella di una donna al marito iroso, ma anche di chi aveva lasciato troppo in fretta i suoi cari e voleva porgere loro l’ultimo saluto.

C’erano anche casi di premonizione e precognizioni, che però non erano riusciti a far evitare la morte, come nel caso del duca di Buckingam avvertito dal padre defunto che era in pericolo di morte, ma che non riuscì ad evitare che venisse assassinato alcuni mesi dopo.

Purtroppo essendo un campo dove ci sono ben poche certezze e nessuno mai ha saputo dare definitive risposte, molte parole sono state spese nel tentativo di dare spiegazioni e gli scettici hanno perseverano nel credere che siano tutte sciocchezze o truffe, ma cosa c’è di veramente reale in tutto questo?

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