La filosofia buddhista

di Redazione Commenta

In questi giorni abbiamo parlato delle parole che vengono solitamente usate nel buddhismo, ma se avete notato, ho sempre parlato di filosofia buddhista e non di religione, proprio perché il buddhismo non è una reale religione, e oggi vi spiegherò il motivo.

Frequentemente la gente si riferisce al Buddismo come una religione che venera come dio Buddha, ma tutto ciò è sbagliato, il buddhismo è una filosofia, è un modo di vivere, un codice di vita, un modo di passare il tempo sulla Terra senza sprecarlo attaccandosi ai beni materiali, e alle cose che nell’aldilà non ci serviranno di certo. Cosi facendo i buddhisti non recano danno a nessuno e il loro spirito progredisce nel tempo più breve e con minore sforzo.

Cosa quindi è realmente fondamentale per seguire la filosofia buddhista?
Ecco alcune cose che uno deve fare e altre cose che uno non deve fare per diventare un bravo buddhista. Sottolineiamo subito il fatto che il Buddhismo fa riferimento alle quattro nobili verità:

– C’è sofferenza e c’è una causa per questa sofferenza, ma la sofferenza può essere superata ed allora c’è pace.

I Nirvana, la mente e la materia sono in uno stato di continuo scambio, la mente causa allo spirito la caduta in un pantano come se si attaccasse ad un pezzo d’argilla, così con il ritrarsi della mente, si può conseguire il Nirvana e diventare libero dalla sofferenza e dai cicli della continua rinascita, vita e morte e ancora rinascita.

I molteplici Otto Sentieri, significano cioè:
Corretto guardare
Corretta aspirazione
Corretto linguaggio
Corretta condotta
Corretto metodo di vita
Corretto sforzo
Corretti pensieri
Corretta contemplazione

Come nella maggior parte delle religioni, o modi di vivere, ci sono diverse ramificazioni, proprio come la Religione Cristiana possiede una intera orda di differenti diramazioni da Plymouth Brethren* alla Chiesa Cattolica Romana, il Buddismo pure ha una scuola che si sviluppa su due sentieri, che sono: l’Hinayana che significa “Via Stretta” e la Mahayana che significa “Grande Via”. Il primo è piuttosto austero e con vedute ristrette e fa riferimento alla realizzazione della personale santità attraverso la solitudine e l’austerità. Il secondo, il Mahayana, preferisce seguire i precetti del Gautama Buddha una divina incarnazione. Si potrebbe dire che, uno di questi richiami, nei confronti di una persona,avvenga affinché la stessa progredisca con le proprie forze, l’altro, invece, dice che si può solo lavorare e progredire seguendo i precisi e saldi esempi di un altro.

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