1952, boom di avvistamenti UFO: nasce progetto Blue Book – parte II

Molti giudicarono poco convincenti le spiegazioni e la rivista Life incaricò un gruppo di studiosie e scrittori di preparare un articolo che facesse il punto della situazione. Ottennero la collaborazione del comandante Ruppelt e la possibilità di studiare tutti gli archivi. Tolsero anche il segreto di Stato per le segnalazioni che avevano registrato fino a quel momento.

Alla sua pubblicazione l’articolo fece sensazione perchè vi si asseriva che gli oggetti non erano fenomeni naturali, bensì “artifici creati da un’intelligenza superiore”. Vennero rese pubbliche dieci segnalazioni fino a quel momento tenute segrete che, a detta degli autori, erano inspiegabili con la scienza.

Anche un famoso scienziato Walter Reidel, che era stato a capo della base missilistica tedesca durante la guerra, affermò di essere convinto dell’esistenza degli extraterrestri. L’estate del 1952 fu la parte dell’anno con più intensa attività di avvistamenti.

1952, boom di avvistamenti UFO: nasce progetto Blue Book – parte I

Nel 1952 vi furono ben 1501 segnalazioni di avvistamenti UFO, una cifra sbalorditiva, un boom mai visto. Il progetto Gruge, che era stato ripreso, e al cui comando era stato assegnato il comandante Edward J. Rupperlt, venne trasformato nel progetto Blue Book, entità separata.

Rupperlt fece una mossa molto saggia: legò al progetto alcuni ufficiali dell’Air Defense Command, in modo da avere i fotogrammi delle immagini radar che potessero individuare possibili UFO. Passarono così alla storia le famosi luci di Lubbock.

Nelle due settimane tra agosto e settembre del 1951 centinaia di persone videro strani oggetti nel cielo sopra Lubbock, nel Texas. Tutto cominciò la sera del 25 agosto quando un uomo e una donna videro passare, a circa trecento metri d’altezza, un enorme UFO sulle cui strutture alari lampeggiavano lucine azzurre.

UFO e la sicurezza degli Stati Uniti – parte III

Era il maggio del 1950 quando un agricoltore dell’Oregon, precisamente a McMinnville, scattò due fotografie di un disco volante. Erano circa le 19.30 di sera e la moglie di Trent era fuori a dar da mangiare ai conigli, quando notò nel cielo un oggetto metallico che si spostava lentamente.

Si mise a urlare chiamando il marito che si precipitò fuori ed ebbe il tempo di scattare due fotografie. Le mostrò solamente ad alcuni amici, ma la voce ben presto si sparse e furono pubblicate su un quotidiano locale. Le sue fotografie furono studiate attentamente da scettici e sostenitori della teoria degli UFO, in seguito anche da personale dell’aeronautica militare che lavorava nel comitato Condon.

Il rapporto fu poi pubblicato diciannove anni dopo e sembrò avvalorare la tesi dell’oggetto volante non identificato, anche se non escludeva completamente una burla ben orchestrata, pareva che le foto fossero originali, non truccate, insomma autentiche.

UFO e la sicurezza degli Stati Uniti – parte II

Alla fine del 1949 il periodico True, diretto ad un pubblico maschile, chiese a Donald E. Keyhoe di scrivere un articolo sui dischi volanti, che fu pubblicato all’inzio dell’anno successivo con il titolo: “I dischi vlanti sono veri”. Il pezzo causò gran scalpore.

Nell’articolo Keyhoe, pur non portando effettive prove, sosteneva che doveva essere vero se nessuna delle sue fonti “altolocate” aveva voluto parlarne e visto l’imbarazzo sul soggetto dell’aeronautica militare. Sempre secondo l’autore del pezzo, venivano tenuti segreti importanti fatti per non diffondere il panico tra la gente, ma nelle segnalazioni c’era del vero.

Sosteneva inoltre di avere prove provienenti da fonti anonime, che non avevano voluto dichairare il proprio nome. Due mesi più tardi il True pubblicò un altro articolo, stavolta firmato dal comandante Robert B. McLaughlin, ufficiale della marina esperto in missilistica, in servizio nella base di White Sands nel New Messico.

UFO e la sicurezza degli Stati Uniti – parte I

Gli Stati Uniti, o meglio il Governo americano hanno sempre affrontato la problematica degli avvistamenti UFO come un grave problema di sicurezza nazionale, arrivando anche a nascondere, così si dice, prove, a tacere e a condurre ricerche che non avrebbero dovuto portare che a ritenere errori ed equivoci questi avvistamenti.

A vedere le strane forme nel cielo non sono matti, persone strambe a cui difficilmente si darebbe fiducia, ma medici, piloti di linea e di aerei militari che sanno quel che fanno e soprattutto quel che dicono. Spesso sono stati definiti isteria collettiva, ma la polemica non si è mai spenta, tanto che il mondo ha continuato a credervi.

Nel 1949 fu portato avanti, solo per pochi mesi, il progetto Grudge che avrebbe dovuto dimostrare che si trattava solo di fenomeni naturali, o aberrazioni della vista, ma su 244 avvistamenti il 23% non aveva spiegazione plausibile. La ricerca però concludeva lo stesso con la conclusione che si trattasse di tutt’altro che UFO!

Ufo, l’incontro con il DC3 e il quasi scontro frontale

È il 1948, precisamente il 23 luglio. Un DC3 pilotato dal comandante C.S. Chiles e dal secondo J.B. Whitted è partito da Houston e vola ad un’altezza di 1.600 metri. Sorvola l’Alabama con a bordo i passeggeri, è un volo della Eastern Airlines. A qualche chilometro da Montgomery il comandante notò proprio di fronte a loro un oggetto rosso.

Lo fece notare al suo secondo convinto di trattasse di un nuovo velivolo militare, magari un jet. Entrambi i piloti seguirono i movimenti dell’oggetto volante fino a preoccuparsi della sua traiettoria. Non sembrava intenzionato a spostarsi e la loro era una rotta di collisione.

Il pilota sapeva che tutte le loro luci di posizione erano accese e quindi l'”altro” doveva averli visti per forza. I due piloti rendendosi conto che la rotta dell’altro non si modificava riuscirono ad inclinare all’ultimo memento il DC3 e a schivare l’oggetto volante.

Piedmont, Missouri: un’altra finestra nel cielo

 Il professor Harley D. Rutledge, docente di fisica all’università del Missouri decise di studiare le apparizioni avvenute sulla città di Piedmont nel 1973 e andò a visitare la città. Personalmente fece dodici avvistamenti di luci misteriose nel cielo. Lo studio durò sette anni e impiegò quaranta persone tra ingegneri, studiosi, scienziati e fu utilizzata un’attrezzatura del valore di circa 40.000, all’epoca.

Nei sette anni del “Progetto di Identificazione” registrarono 157 avvistamenti, per un totale di circa 180 UFO, di cui la maggior parte imputati a Rutledge. Il suo fu il primo studio in cui fu calcolata la velocità dall’oggetto, la posizione, la distanza, la traettoria e la grandezza di ciò che veniva osservato.

Alcune luci si muovevano in modo da andare contro qualsiasi legge fisica conosciuta! Gli studi e il progetto vennero documentati nel 1981 nel libro “Progetto Identificazione: il primo studio scientifico sul fenomeno degli UFO”.

UFO: testimonianze dal passato

Uno dei più grandi sostenitori della teoria che il passato brulica di visite all’aliene è Erich von Däniken, saggista svizzero. L’uomo sosteneva che visitatori alieni fossero venuti sulla Terra in moltissime occasioni e dal loro interagire con i popoli locali fossero nate opere colossali come le statue di pietra dell’isola di Pasqua, le piramidi egizie, i disegni di Nazca.

Ovviamente a livello accademico le teorie di Däniken non sono accettate, ma lui e i suoi seguaci esaminarono l’arte, i monumenti e molti reperti archeologici di varie culture sostenendo la teoria degli antichi astronauti, o del paleocontatto.

Alcuni reperti di arte precolombiana somigliano a un aereo con le ali a delta, qualcosa che nessuno di loro poteva conoscere, poi ci sono figure umane con dei caschi sulla testa e strane iscrizioni, dipinti in cui sullo sfondo si riconoscono navicelle spaziali.