L’aiuto fatato: i Phouka, II PARTE

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Oggi torniamo nella vecchia Irlanda e in particolare in una delle loro leggende che hanno come personaggi i Phouka, piccoli omini fatati che, secondo la leggenda, aiuterebbero l’uomo nei lavori del grano. Se avete voglia di leggere questo fantasioso e antico racconto cliccate qui per leggere la prima parte: L’aiuto fatato: i Phouka, I PARTE

Da allora l’uomo divenne così ricco che il suo denaro non finiva mai, perchè non paga più gli uomini che macinavano il grano e faceva fare il lavoro agli Phouka senza spendere un penny. Naturalmente ne l’uomo ne suo figlio raccontarono dell’aiuto magico che avevano ottenuto e delle prosperose ricchezze che adesso possedevano.

Phadrig continuò ad andare molto spesso al mulino nascondendosi nel vecchio baule per vedere le Fate all’opera, ma provava una grande pena per il povero vecchio Phouka che aveva gli abiti stracciati e sporchi e nonostante ciò dirigeva tutto e faceva delle volte fatica a dirigere i piccoli Phouka impertinenti; così il ragazzo pensò bene di regalare al vecchio un completo blu di panno e seta nuovo di zecca che lasciò sul pavimento del mulino dove era solito sostare il vecchio Phouka durante il lavoro.

La notte il Phouka si accorse subito degli abiti e capì che gli erano stati donati, quindi li indosso e cominciò a camminare avanti e indietro ammirandosi, tornò al suo lavoro ma ad un certo punto si fermò e disse: “No, no, non più lavoro per me. I gentiluomini non macinano il grano. Andrò fuori a vedere un poco il mondo ed a mostrare i miei bei vestiti”. Gettò quindi in un angolo con un calcio i vecchi stracci ed uscì. Da quella notte il grano non venne più macinato e i piccoli Phouka non avendo più un capo che gli dava ordini se ne andarono.

Da allora Phadrig si intristì per la perdita ed ogni notte andava nei campi gridando: “Phouka! Phouka! Torna da me. Mostrami il tuo volto.” Ma il vecchio Phouka non tornò mai più.
Nonostante ciò il padre del giovane aveva così tanto denaro che non aveva più bisogno di lavorare così vendette il mulino e crebbe Phadrig che diventò un grande gentiluomo con la sua casa personale, la sua terra e i suoi servitori.

In seguito Phadrig si sposò una bella dama che la gente diceva fosse figlia del Re delle Fate, difatti al matrimonio accadde una cosa strana; quanto tutti si alzarono per brindare alla salute della sposa, Phadrig vide accanto a sé una coppa d’oro piena di vino e nessuno sapeva come fosse giunta nelle sue mani, ma Phadrig capì subito che quello era il dono del suo amico Phouka che tanto tempo fa lo aveva abbandonato. Così i due sposi bevvero il vino e da allora vissero in salute e in ricchezza, con una mole di figli. La coppa venne conservata come un tesoro di famiglia che ancora oggi i discendenti possiedono.

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