Draghi, miti e leggende nella storia dell’umanità – parte I

di Gianni 1

Fin dagli albori la storia dell’uomo è sempre stata popolata da miti e leggende che riferivano di mostri e temibili creature incantate che avevano incredibili poteri e forza soprannaturale. Le più potenti tra queste creature erano i draghi, distruttivi e malvagi, ma adi intelligenza superiore all’uomo.

La descrizione che è sempre stata fatta di queste creature leggendarie li fa rassomigliare a giganteschi serpenti, a volte con zampe anteriori e posteriori, a volte solo posteriori, con ali oppure senza. La maggior parte di loro sputava fuoco ed avevano grandi fauci ed enormi artigli affilati.

Rappresentavano l’incarnazione del male in quasi tutto il globo, tranne nelle civiltà occidentali, dove venivano ritenute creature benefiche protettrici degli uomini. Due punti di vista diametralmente opposti. Per tutti indistintamente però ossa e sangue di drago avevano grandissime proprietà curative.

Secondo le leggende un uovo di drago poteva metterci anche cento anni prima di schiudersi, altretanto tempo ci impiegava il drago a raggiungere la maturità in seguito alla quale poteva arrivare ad un altro stadio successivo di miglioramento con la crescita di un paio di grandi corna ramificate sulle testa.

Riuscivano ad avere la grande saggezza di cui si parla grazie alla loro longevità che permetteva ai draghi di accrescere sempre la loro conoscenza. Il drago però portava distruzione, morte e carestia, attaccava la popolazione e causava guerre.

Rappresentava a tal punto la lotta e la violenza che era raffigurato su moltissimi araldi da battaglia. Nel Medioevo le fonti su di lui si moltiplicarono. Nei libri cosiddetti “bestiari”, cioè dove si parlava di bestie, ne venivano fatte descrizioni dettagliate persino sulle abitudini di vita: cibo, luoghi di “residenza”, di solito grotte difficilmente raggiungibili in cima alle montagne. E il suo verso era così potente e riconoscibile che al sentirlo tutti gli altri animali scappavano. Nel Medioevo molti cavalieri “erranti”, cioè che non avevano fissa dimora, andavano in gior per il paese a caccia di draghi. Era una professione di tutto rispetto! (continua)

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