I primi profeti in Babilonia ed Egitto

di Gianni Commenta

Qui per profeti si intende chi ha il dono della profezia e della preveggenza. A Babilonia i sovrani, ispirati probabilmente da Dio, furono i primi profeti, o almeno così sostengono alcune teorie. Il primo insediamento è data circa 2000 anni avanti Cristo, nell’epopea di Gilgamesh.

A quel tempo il sovrano, ritenuto semidivino, sognò di fare uno scontro selvaggio con Enkidu, ma la dea madre gli rivelò, sempre in sogno, che nel futurolui e il suo acerrimo nemico sarebbero diventati amici inseparabili e poco dopo ciò si avverò, proprio come predetto.

Si narra che il leggendario re sumero, vissuto prima del Diluvio, Enmenduranna abbia  codificiato le regole di questa profezia. Al tempo della Prima dinastia UR pare che l’arte della preveggenza fosse molto ben sviluppata. Si parla del 2500 a.C. Le profezie erano enunciate per mezzo della bocca del sovrano ed erano, per quanto si diceva, ispirae dagli dei.

In realtà erano formulate da sacerdoti, anche veggenti, che elaboravano sistemi di divinazione, alcuni dei quali un pò macabri, come l’esame delle viscere di animali o del fegato di pecora. Qualcosa di simile avvenne anche in Egitto dove si creò una casta sacerdotale proprio per interpretare i sogni che portavano messaggi degli dei.

I sacerdoti svolgevano il loro compito soprattutto in due templi, quelli del dio SOle Amun-Re. Uno si trovava a Napata l’altro nel bel mezzo del deserto della Libia, a dodici giorni di viaggio da Menfi, la capitale. Tra tutti i sogni dai quali i sacerdoti dovevano estrapolare le profezie c’erano anche quelli del faraone.

Qui i sacerdoti si comportavano con estrema cautela. A quanto narrano i racconti biblici fu solo Giuseppe, schiavo ebreo, a svelare il sogno fatto dal faraone: vi sarebbero state sette vacche grasse, sette vacche magre, sette spighe colme e sette secche. Si trattava di periodi di carestia che seguivano a periodi di abbondanza. Da qui ilconsiglio di accumulare il grano nei momenti di ricchezza per far fronte alle carestie.

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