La leggenda che terrorizza chi l’ascolta

di Redazione Commenta

Le leggende giapponesi, come il paese dal quale provengono, hanno un non-so-ché di suggestivo e terrificante, e solitamente vengono raccontate per insegnare qualcosa o semplicemente per spaventare la povera gente che mal capitatamene l’ascolta. La leggenda che sto per NON raccontarvi oltre a mettere un senso di paura e superstizione a chi l’ascolta, la mette anche a chi la racconta.

Si dice che la credenza di questa leggenda risale al 17esimo secolo, gli scritti dell’epoca fanno riferimento a questa orrenda storia, ma ne scrivono soltanto il titolo o la descrivono come una storia troppo spaventosa da raccontare. Nessuno sa di cosa narra questa leggenda, si sa solo che chiunque l’ascolti muori di paura prima che possa ascoltare la fine. Per anni nessuno l’ha più citata, ma negli anni 60 lo scrittore Sakyo Komatsu scrisse un racconto chiamato “Testa di bue” e disse che era basato sulla leggenda stessa.

Si dice che di recente, un maestro, durante una gita scolastica, per far stare in silenzio e fermi i propri alunni sul bus, abbia incominciato a raccontare la storia di “Testa di bue”, al chè gli alunni terrorizzati, hanno iniziato a sudare freddo, a tapparsi le orecchie e ad implorare il maestro di smettere. A metà del racconto della storia, si dice che il maestro abbia rovesciato gli occhi, e che abbia continuato il racconto come se una forza invisibile si fosse impossessato di lui, per poi svenire a fine racconto.

Più tardi, quando il maestro ha ripreso i sensi, il bus era fermo, gli studenti erano tutti svenuti ed avevano la schiuma alla bocca; l’autista era crollato sul volante in un bagno di sudore. Non è chiaro cosa sia realmente successo, ma il maestro sentendosi in colpa ha dichiarato che non racconterà mai più quella storia.

Ho fatto delle ricerche su i dettagli di questa leggenda, cercando di capire se esistesse realmente, ma non ho trovato risultati, forse nessuno ha avuto il coraggio di metterla online; se mai la troverò, sfiderò la sorte e ve la riporterò, chi avrà coraggio di leggerla?

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