Lo strano caso di James Kidd e la ricerca dell’anima – parte I

di Gianni Commenta

James Kidd era un minatore e cercatore d’oro che nel 1949 morì. In realtà scomparve senza lasciare traccia e dato che non aveva né figli, né parenti, né amici, ci misero qualche giorno a comprenderlo.

Viveva in una baracca da quattro soldi, vestiva in modo dismesso, non aveva denaro, non frequentava nessuno. Amava starsene per conto suo e fumare sigari da quattro soldi. Poi qualcuno si accorse della sua scomparsa e iniziarono a cercarlo.

Non trovandolo lo diedero prima per scomparso, e poi per morto. Non aveva praticamente nulla, quindi non vi furono grossi problemi e passarono anni prima che un’impiegata dell’ufficio successioni in Arizona si occupasse del caso e delle poche cose di proprietà dell’uomo.

Sembrava un normalissimo caso di scomparsa e morte. In America ne succedevano a centinaia ogni anno. La donna, Geraldine Swift doveva liquidare le sue quattro cose e far confluire il denaro della vendita nelle casse dello Stato.

La però controllando le carte e guardando una vecchia foto di Kidd ne rimase così affascinata da cominciare a scavare nella sua vita e invece di mandare avanti la pratica cominciò a fare ricerche su di lui. Tra tutte le sue carte trovò dei resoconti bancari per la compravendita di titoli.

Kidd non era povero come si credeva, anzi! Aveva messo da parte moltissimi soldi e acquistato titoli che gli avevano fruttato anche dividendi di una certa consistenza. Non era un vecchio minatore cencioso, bensì un uomo molto ricco. A quell’epoca, eravamo ormai attorno agli anni Sessanta, aveva da parte qualcosa come 174.000 dollari!|

A quel punto i colleghi della Swift cominciarono ad interessarsi al caso. Avevano tutti gli interessi a far incamerare allo Stato la considerevole fortuna e se non saltava fuori un testamento sarebbe andata proprio così. Nel 1964 la donna arrivò al punto di dover chiudere definitivamente il caso… (continua)

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