Il Museo S’omo ‘e sa Majarza è una di quelle tappe da considerare immancabili se vogliamo fare nostra quella che è stata la storia dell’esoterismo in Italia.
Cosa incontriamo nel Museo S’omo ‘e sa Majarza
Proprio nel cuore della Sardegna, nel piccolo borgo di Bidonì, è possibile godere appieno di un luogo incredibile. Parliamo ovviamente del Museo S’omo ‘e sa Majarza, conosciuto anche come “La casa della strega”.
O meglio, potevamo farlo fino a qualche tempo fa. Al momento il museo è chiuso per lavori e ancora non si conosce la possibile data di riapertura. Ed è un vero peccato che al momento questo vero e proprio viaggio nelle tradizioni esoteriche sarde debba incontrare questo stop obbligato.
Il museo S’omo ‘e sa Majarza, infatti, consentiva di immergersi in modo perfetto nelle credenze popolari e nelle leggende che hanno influenzato in modo importante la cultura dell’isola. E più in generale anche il suo approccio all’esoterismo.
Il museo è ospitato all’interno dell’ex Municipio di Bidonì. E consente di immergersi in un mondo che parte dallo studio delle divinità dei morti dell’antica Roma arrivando fino al periodo dell’Inquisizione. Senza dimenticare il celebre Malleus Maleficarum, il manuale del 1486 che veniva utilizzato per gli interrogatori per stregoneria.
Spazio alle figure esoteriche locali
Il museo S’omo ‘e sa Majarza consente di conoscere meglio streghe e diavoli “tipici” del luogo, folletti e gli janas, gli spiriti benevoli parte della tradizione dell’isola. Nella sua iconicità questa struttura ospita, tra le altre cose, una importante collezione di xilografie risalenti tra il XIV e il XVI secolo, raffiguranti streghe e diavoli.
Parliamo di opere pregne di simbolismo che rendono possibile l’immersione completa di chi visita il museo in una realtà dove le credenze popolari e le maledizioni sono quasi tangibili. Se si ha interesse per pozioni e portafortuna si è nel posto giusto. Dato che molti accessori in tal senso trovano importante collocazione all’interno del museo.
Proprio per come questa esposizione è strutturata è possibile davvero entrare in contatto con l’esoterismo locale in modo semplice e chiaro. Sa Filonzana è senza dubbio la figura più emblematica affrontata all’interno dell’esposizione. Parliamo di una donna vestita di nero che tiene tra le mani un fuso che simboleggia il sottile filo della vita. E’ un richiamo questo alla figura mitologica di Atropo, una delle Moire della mitologia greca.
Anche la storia di Julia Carta di Siligo, una strega sarda del Cinquecento, trova il suo giusto collocamento. Tra il 1596 e il 1606, Julia fu imprigionata e sottoposta a torture presso le carceri dell’Inquisizione di Sassari. All’interno del museo viene documentata la sua storia attraverso gli atti del processo per eresia e stregoneria.