Il rituale Salomonico di Giove II parte

di Redazione Commenta

…Continua

“Io (pronunciate il vostro nome) chiedo a voi potenti
angeli (formulate la richiesta)”

Prendete adesso il vostro sigillo di Giove, ed esponetelo ai fumi dell’incenso ad Est, tenendolo con la mano destra, dite:

“Per il potere dei nomi divini impressi su questo talismano io chiedo (e dite cercando di essere più chiari possibile il vostro desiderio)”

Attendete per un po’ e poi continuate dicendo:

“ Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed Egli su di me si è chinato, ha dato
ascolto al mio grido. Mi ha tratto dalla fossa della morte, dal fango della
palude; i miei piedi ha stabilito sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. Mi ha
messo sulla bocca un canto nuovo, lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno
timore e confideranno nel Signore. Beato l’uomo che spera nel Signore e
non si mette dalla parte dei superbi, né si volge a chi segue la menzogna.
Quanti prodigi hai fatto, Signore Dio mio, quali disegni in nostro favore:
nessuno a Te si può paragonare. Se li voglio annunziare e proclamare sono
troppi per essere contati. Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai
aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. Allora ho detto: “Ecco
io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto, di compiere il Tuo Volere. Mio
Dio, questo io desidero, la Tua Legge è nel profondo del mio cuore”. Ho
annunciato la Tua Giustizia nella grande assemblea; vedi, non tengo chiuse le
labbra, Signore, tu lo sai. Non ho nascosto la Tua Giustizia in fondo al cuore,
la Tua Fedeltà e Salvezza ho proclamato. Non ho nascosto la Tua Grazia e la
Tua Fedeltà alla grande assemblea. Non rifiutarmi, Signore, la Tua Miseri
cordia, la Tua Fedeltà e la Tua Grazia mi proteggano sempre, poiché mi circondano
mali senza numero, le mie colpe mi opprimono e non posso più
vedere. Sono più dei capelli del mio capo, il mio cuore viene meno. Degnati,
Signore, di liberarmi; accorri, Signore, in mio aiuto. Vergogna e confusione
per quanti cercano di togliermi la vita. Retrocedano coperti di infamia quelli
che godono della mia sventura. Siano presi da tremore e da vergogna quelli
che mi scherniscono. Esultino e gioiscano in Te quanti ti cercano, dicano
sempre : “il Signore è grande” quelli che bramano la Tua Salvezza. Io sono
povero e infelice; di me ha cura il Signore. Tu, mio aiuto e mia liberazione,
mio Dio, non tardare. Beato l’uomo che ha cura del debole, nel giorno della
sventura il Signore lo libera. Veglierà su lui il Signore, lo farà vivere beato
sulla terra, non lo abbandonerà alle brame dei nemici. Il Signore lo sosterrà
sul letto del dolore; gli darà sollievo nella sua malattia. Io ho detto: “Pietà di
me, Signore; risanami, contro di Te ho peccato”. I nemici mi augurano il
male: “quando morirà e perirà il suo nome?” Chi viene a visitarmi dice il
falso, il suo cuore accumula malizia e uscito fuori sparla. Contro di me sussurrano
insieme i miei nemici, contro di me pensano il male: “un morbo maligno
su lui si è abbattuto, da dove si è steso non potrà più rialzarsi”. Anche
l’amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il mio pane, alza contro di
me il suo calcagno. Ma Tu, Signore, abbi pietà e sollevami, che io li possa
ripagare. Da questo saprò che Tu mi ami se non trionfa su di me il mio nemico;
per la mia integrità Tu mi sostieni, mi fai stare alla Tua Presenza per
sempre. Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre. Amen,
amen. Solo in Dio riposa l’anima mia; da Lui la mia salvezza. Lui solo è mia
rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare. Fino a quando
vi scaglierete contro un uomo, per abbatterlo tutti insieme, come muro cadente,
come recinto che crolla? Tramano solo di precipitarlo dall’alto, si compiacciono
della menzogna. Con la bocca benedico, e nel cuore maledico. Solo
in Dio riposa l’anima mia, da Lui la mia speranza. Lui solo è mia rupe e mia
salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare. In Dio è la mia salvezza e
la mia gloria; il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio. Confida sempre in
Lui, o popolo, davanti a Lui effondi il tuo cuore, nostro rifugio è Dio. Sì, sono
un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini, insieme, sulla bilancia,
sono meno di un soffio. Non confidate nella violenza, non illudetevi
della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore. Una
parola ha detto Dio, due ne ha udite, il potere appartiene a Dio, Tua, Signore,
è la Grazia; secondo le sue opere Tu ripaghi ogni uomo.”

Successivamente, dopo un lungo periodo di meditazione chiuderete il rituale recitando quattro Padre Nostro e spegnendo le candele nel senso contrario in cui sono state accese, queste andranno avvolte nella pergamena e conservate per una lunazione (un mese). Le ceneri dell’incenso andranno buttate in un corso d’acqua il giorno dopo e allo scadere della lunazione anche il rito sarà gettato in un corso d’acqua, il sigillo invece andrà portato sempre insieme.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>