
Ne abbiamo viste di invocazioni antiche, da quelle pagane, celtiche, greco romane e via dicendo, ma oggi voglio presentarvi una preghiera differente, proveniente dall’Antico Egitto dei faraoni.
Gli antichi egizi sono una delle popolazioni più antiche della terra e una delle civiltà più interessanti da conoscere. Scopriamo insieme quali sono le curiosità che non possiamo fare a

Ne abbiamo viste di invocazioni antiche, da quelle pagane, celtiche, greco romane e via dicendo, ma oggi voglio presentarvi una preghiera differente, proveniente dall’Antico Egitto dei faraoni.
Oggi parleremo dell’occhio di Horo o successivamente chiamato occhio di Ra è un amuleto protettivo di tradizione egiziana, il nome significa essere sano, essere integro, si usava inciderlo,tatuarlo, o disegnarlo sugli abiti del defunto in quanto simbolo di rigenerazione dell’anima.
La leggenda narra che l’occhio fu tolto ad Horo, Dio della Prevvegenza, figlio di Iside e Osiride, da Seth durante una lotta tra i due, una volta sconfitto, Seth restituì l’occhio, e secondo un’altra versione del racconto, sarebbe invece ritornato da solo ad Horo, l’occhio in seguito fu guarito dal dio della magia che potenziò la sua vista e gli donò nuovi poteri.
Si parla molto di esoterismo, ma forse non tutti conosciamo il significato di questa parola che evoca tanti misteri. Deriva dal greco esoterikos cioè qualcosa che è destinato solamente agli iniziati e ai discepoli.
Vuol dire rivelare qualcosa di segreto a qualcuno, offrire la possibilità di comprendere e capire, di addentrarsi in un mondo sconosciuto ai più. Sia l’esoterismo che l’alchimia avrebbero dato potere a chi fosse stato in grado di utilizzarle quindi veniva tenuta celata.
Le conoscenze cadute nelle mani sbagliate avrebbero creato dei danni e la vittoria del male. L’esoterismo pare sia nato in Egitto, al tempo delle piramidi, anche se probabilmente ha radici ancor più lontane.

Nell’Antico Egitto i primi medici erano con tutta probabilità anche maghi. Un antico testo infatti recitava che !chi cura i malati deve essere esperto di magia, edotto sugli incantesimi ed essere capace di fare amuleti per controllare la malattia”. Un novizio, per diventare medico-sacerdote con le capacità magiche, doveva sottoporsi ad un addestramento rigoroso che durava anni.
Al termine di questo otteneva il titolo e poteva curare. Il medico-sacerdote praticava anche una sorta di psicoterapia con l’uso di droghe. I pazienti venivano messi a dormire nel tempio, dopo che erano stati drogati e al risveglio veniva chiesto loro di raccontare i sogni che avevano fatto.
Gli egiziani interpretavano i sogni e spesso solo questo bastava per liberare il paziente dai sintomi della malattia. Questo perchè gli egizi attribuivano ai sogni capacità di oracolo. Per curare utilizzavano anche riti magici e pozioni composte anche di alloro e ulivo, terra vergine, semi di assenzio, un’erba chiamata cyncephalion e albume di uovo di ibis.