Storia Calendimaggio – Beltane

 Oggi parleremo della festa si festeggerà tra il 30 aprile ed il 1 maggio, il Calendimaggio che prende il nome dalle Calende, prima giornata del mese presso gli antichi Romani, da Maia la dea della terra alla quale era dedicato maggio.

Storico della Dea: Era figlia di Atlante, e destò in Zeus una folle passione che la sedusse e la rese madre di Hermes, patrono delle conoscenze magiche (ermetiche).

Il primo di maggio veniva festeggiata, ed i cinque giorni tra aprile e maggio erano anche dedicati anche a Flora, dea dei fiori e alberi da frutto, e Fauna protettrice dei boschi e dei serpenti.

Per la cultura dei Celti il primo di maggio era Beltane, la festa dei fuochi dedicata a Belenos, il dio splendente di luce.

Per Greci, Celti e Romani, era la festa della luce, periodo nel quale il popolo si riuniva per celebrarle con balli e canti. In questo periodo venivano effettuati riti propiziatori che benedivano le case per favorire prosperità, salute e felicità, è dedicato alle previsioni future, divinazione, e formule magiche fatte con acqua e fuoco, durante l’alba le donne tutte insieme raccoglievano piante per scongiurare i malefici.

Dizionario dell’esoterismo – dalla Cal alla Calendi

 Calendario: Nome derivato dal latino calendarium, da calendae, libro delle scadenze del primo giorno dei mesi, in pratica una tavola su cui sono riportati i giorni, le settimane ed i mesi dell’anno.

Calendario Ebraico: Nel corso dei millenni gli Ebrei si sono mantenuti fedeli ad un C. lunisolare. Si basa sul mese sinodico, ma per poter seguire il corso del sole comporta anni di 12 mesi di 29 o 30 giorni alternativamente, ed anni di 13 mesi di 30 giorni ciascuno. Il ciclo completo, detto ciclo metonico o ciclo lunare, ha una durata di 12 anni comuni di 12 mesi, e da 7 anni bisestili, cioè di 13 mesi. Poiché in 19 anni questo C. è più corto rispetto al corso del sole di 3,6 giorni, occorre tenerne conto aggiungendo 36 giorni in 10 cicli.

Calendario Egizio: Il primo ministro del faraone Sethi I, Aneni, diede una definizione egiziana del tempo: “L’Eternità non ha fine, dunque noin ha inizio. L’Eternità è un cerchio. Se viviamo dobbiamo continuare a farlo per sempre, e se viviamo per sempre, siamo nell’eternità, come il cerchio”. Il tempo dei contadini (il 90 % della popolazione) è basato rigorosamente sul ciclo dell’inondazione annuale. Il 19 luglio di ogni anno a sud aveva inizio la piena del Nilo. A partire da tale giorno, definibile il capodanno faraonico, le attività agricole erano ripartite in tre stagioni di quattro mesi lunari ciascuna: l’Inondazione (Stagione di Scha), la Germinazione (Stagione di Prè) e lo Spuntare delle messi (Stagione di Schemon). Il C.E. prevedeva quindi un totale di dodici mesi, ovvero:  Thoth (19 luglio-18 agosto);  Paophi (19 agosto-18 settembre);  Athyr (19 settembre-17 ottobre);  Khaoiak (18 ottobre-16 novembre);  Tybi (17 novembre-16 dicembre);  Mekhein (17 dicembre-15 gennaio); 7) Phamenoth (16 gennaio-15 febbraio); Pharmouthi (16 febbraio-15 marzo);  Pakhous (16 marzo-14 aprile);  Psyrie (15 aprile-14 maggio);  Epiphi (15 maggio-13 giugno);  Mesori (14 giugno-13 luglio). Il vuoto tra l’ultimo giorno del mese di Mesori (13 luglio) ed il capodanno (19 luglio) era colmato dai Cinque giorni Epagomeni, posti al di fuori del tempo cronologico umano per la loro natura primordiale, ed erano definiti: 14 luglio: nascita di Osiride; 15 luglio: nascita di Horus; 16 luglio: nascita di Seth; 17 luglio: nascita di Iside; 18 luglio: nascita di Nefti. Un neter, Osiride, era garante di questo ciclo.