
Sant’Antonio da Padova non è l’unico santo ad aver fatto simili dichiarazioni. Anche San Severino di Ravenna, San Clemente di Roma e Sant’ Ambrogio a Milano, hanno avuto esperienze di viaggi dell’anima fuori dal corpo. Una piuttosto curiosa è quella raccontata da Sant’Alfonso Liguori che svenne dopo la celebrazione di una messa e rimase inconscio per ben ventiquattro ore.
Al suo risveglio raccontò d’aver assistito alla morte del papa, Clemente XIV a Roma. La notizia del decesso del papa e dell’ora in cui era avvenuto il decesso fu confermata tempo dopo da un messo pontificio e i presenti al capezzale del Papa dissero di averlo visto tra chi vagava nelle stanze del morente.
Com’era possibile? Nella chiesa, ma anche nelle comunità agricole europee era ben radicata la credenza che mentre il corpo dormiva beato in un letto l’anima vagasse liberamente. Questa diede vita all’idea del “doppio” persistette nelle tradizioni popolari fino al 1800 quando poi cominciò ad essere di interesse generalizzato e divenne base dello “spiritismo”.