Romanzo sul Titanic scritto dieci anni prima della tragedia

Abbiamo già parlato del Titanic in precedenza, nel post intitolato “La premonizione della tragedia del Titanic” citando le parole del romanziere Graham Green che aveva sognato l’affondamento, ma anche di un commerciante che per due notti aveva avuto l’incubo dell’affondamento e non si era imbarcato.

Torniamo ora a parlarne per riportare alla memoria un fatto molto curioso: nel 1898 fu stampato il romanzo “Futility“. L’autore era un certo Morgan Robertson e quello che si dice è che ebbe una visione, una premonizione sull’affondamento del Titanic ben quattrordici anni prima che avvenisse.

Il viaggio inaugurale del Titanic avvenne nel 1912 e il suo ritrovamento nell’Atlantico nel 1985. La sua tragedia e storia hanno sempre affascinato tutti quanti è quindi normale che anche questi racconti contribuiscano a crearvi attorno un ulteriore alone di mistero.

Henry James e le voci dall’inconscio

Il filosofo americano Henry James avrebbe sentito voci provenire dal suo inconscio una sera che era seduto davanti al camino della casa vicino alla foresta di Windsor che aveva preso in affitto.

Era il 1844 e dopo aver sentito le voci Henry James scrisse: “un terrore pazzesco, inspiegabile, che la mia mente perplessa poteva giustificare solo ammettendo la presenza di una figura diabolica, a me invisibile, accovacciata e che irradiava influenze letali“.

L’esperienza durò circa un’ora e così parve a James e che lo lasciò in uno stato di !infanzia indifesa”. Fu perseguitato per anni da questo ricordo e ne parlò molto spesso anche ai suoi figli.

Apparizioni di anime nei momenti di crisi

Il fatto di cui si narra avvenne circa alla metà dell’Ottocento ed è molto particolare perchè racconta dell’apparizione di una ragazza sotto forma di fantasma ai suoi familiari nel momento in cui sta morendo a chilometri di distanza.

Era l’imbrunire a Clapham, in Inghilterra e una donna e su figlio erano seduti in giardino a godersi quel momento sereno. Stavano chiacchierando piacevolmente quando il figlio scattò in piedi indicando il sentiero che andava verso la loro casa.

Aveva visto la sorella, Ellen. Ma cosa ci faceva la ragazza a casa quando avrebbe dovuto essere a Brighton? L’avevano allontanata dalla famiglia per fare in modo che si staccasse dal suo innamorato: la loro era una storia impossibile.

Mesmer e il fluido sottile dell’universo

Franz Anton Mesmer, medico austriaco del 1700, sosteneva che un “fluido sottile pervade l’universo e unisce tra di loro le cose in rapporti reciproci di armonia“. Mesmer all’inizio della carriera aveva la convizione che i magneti avessero il potere di guarire grazie proprio a questo legame.

In seguito però comprese che gli esseri umani erano tenutari di questo potere e in grado trasmetterlo. Lo chiamò “magnetismo animale”. Uno dei poteri che riconosceva all’essere umano era quello di indurre la trance che, secondo lui poteva in certi soggetti, rendere possibile la manifestazione di poteri paranormali, in particolare la chiaroveggenza.

Chi era in grado di vedere eventi inaccessibili ai sensi veniva chiamato “sensitivo“. Nel 1900 il mesmerismo godette di una grande popolarità in America anche grazie a mesmeristi itineranti che davano dimostrazioni sotto ipnosi.

Andrew Jackson Davis, il profeta di Poughkeepsie

Andrew Jackson Davis nacque nel 1826 nella contea di Orange, nello Stato di New York. Era un bambino malaticcio e infelice, figlio di una donna analfabeta e di un ciabattino sempre ubriaco che non faceva che maltrattarlo, ma raccolse in sé gli insegnamenti e le dottrine di Mesmer e di Swedenborg.

Fin da bambino cominciò a sentire le voci e un pò più grandicello ebbe la possibilità di ascoltare una conferenza sul magnetismo animale che lo illuminò. Scoprì di essere facilmente “mesmerizzabile” e di poter cadere in trance. In queste circostanze era in grado di rpevedere il futuro e avere visioni.

Nel 1844 raccontò di essere stato contattato dallo spirito di Swedenborg e da quello di Galeno. Quest’ultimo gli consegnò una bacchetta magica e gli raccomandò con molta enfasi di diventare chiaroveggente e guaritore. E fu ciò che fece. Quando cadeva in trance riusciva a diagnoticare malattie e prescrivere terapie.

Processo alla chiaroveggenza

In passato i fisici Gerald Croiset, Peter Hurkos ed Eileen Garrett, noti nel campo della scienza, si sono sottoposti per lungo tempo a esami di laboratorio per comprendere da dove venivano i fenomeni di chiaroveggenza.

I risultati non furono del tutto conclusivi, ma dimostrarono che i tre potevano chiaramente vedere il futuro e frugare nel passato. Queste capacità vengono chiamate precognizioni e retrocognizione e sono state attribuite anche ad Alet Tanous, medium libano-americano che ha più volte collaborato negli anni Ottanta, con la polizia per la risoluzione di crimini e la ricerca di persone scomparse.

Tanous sosteneva di potersi proiettare indietro nel tempo per arrivare al momento in cui la persona era stata vista l’ultima volta e poi percorrrerne e seguirne i movimenti.

I fantasmi dei vivi e quelli dei morti

Nel 1886 Edmund Gurney, uno dei fondatori della SPR (società di Ricerca Psichica) scrisse insieme a Frederic Meyers e Frank Podmore, il libro Phantasms of the Living, ovvero “Fantasmi dei vivi“.

L’opera richiese tre anni di lavoro e si sviluppò in due volumi. Erano catalogati nelle fitte pagine circa settecento casi di apparizioni di defunti appena morti o apparizioni di “crisi”, come venvano chiamate.

Queste però non venivano ritenute vere esperienze fuori dal corpo, visto che avvenivano dopo la morte. Le migliori testimonianze furono ritenute quelle in cui casi di persone raccontavano di essere “uscite dal corpo” come essere spirituale per recarsi altrove.

I simboli dell’anima umana

La spirale. Con la sua forma che si snoda e si intreccia in un senso o nell’altro, in un ciclo senza fine, ha sempre affascinato l’umanità dagli albori della sua nascita fino ad oggi.

Tantissime culture ne hanno fatto un simbolo, dall’Antico Egitto all’Europa, dall’America Latina alle isole del Pacifico più meridionale. La spirale compare su monete e sigilli, su ceramiche e in mosaici che adornano cattedrali, in tatuaggi e disegnata per terra.

Il simbolo della spirale è stto utilizzato anche per decorare le pareti interne di tumuli sepolcrali in Irlanda e Gran Bretagna. In Egitto è stata ritrovata da alcuni archeologhi una tomba reale a forma di labirinto spiroidale risalente a circa 3400 anni a.C.

Il destino dell’anima dell’uomo

 

Esiste una vita dopo la morte? E in caso contrario, che senso avrebbe la vita umana se non fosse così? Quale scopo avrebbero la morale o il buon comportamento se tutto finisse al finire della vita?

Le menti sono destinate a “spegnersi” e il corpo alla decomposizione? Per l’uomo questo concetto è probabilmente sempre sembrato inaccettabile per questo, dall’alba dei tempi, ha continuato a discquisire sull’anima umana cercando risposte che potessero soddisfarlo.

L’uomo voleva sentire di avere una speranza, di sapere che non sarebbe morto, che avrebbe portato con sé le sue esperienze, i suoi ricordi e le conoscenze in un mondo che andava oltre il suo tempo con il corpo che aveva.

I colori e il mondo spirituale – Steiner, parte V

Nei suoi spettacoli teatrali che Steiner stesso definiva “misteri drammatici” metteva in scena le sue idee sulla reincarnazione e il rapporto con gli essere spirituali, ma per questo ci voleva un teatro che fosse architettonicamente in sintonia con con l’atmosfera così progettò un edificio adatto, il  Goetheanum che sorse in una cittadina vicino a Basilea.

Fu completato nel 1920. Dopo la Prima Guerra Mondiale Steiner si occupò della diffusione del movimento antroposofico e si dedicò a due progetti, uno agricolo, l’altro pedagogico, ci soffermeremo sul secondo.

Steiner era convinto che tra i compiti della scuola ci fosse quello di far sviluppare la mente al pari dello sviluppo spirituale ed emotivo. Ai bambini bisognava insegnare a leggere solamente verso i sette-otto anni, età nella quale si formava il dente del giudizio, a suo dire collegato ad una maturazione spirituale.

Riteneva che il bambino nei primi mesi di vita imparasse imitando il comportamento delle persone che aveva accanto e quindi la prima infanzia era il momento migliore per instaurare e far crescere i rapporti affettivi.

Cazotte e gli altri veggenti, poteri della mente

Ogni epoca ha avuto i suoi visionari, pesone che come Cazotte rivendicavano il potere, o meglio la capacità, di essere in grado di “sbirciare nelle crepe del tempo”. Alcuni di loro sostengono che le loro capacità provengono da Dio.

Altri  che il dono della preveggenza è negata ai comuni mortali ed è come se intendessero che loro non lo sono. La maggior parte delle persone infatti pensa che questi poteri divini di prevedere il futuro siano al di fuori della loro portata.

Chi è privo di questo potere e non ha nessuna “visione profetica” si rivolge alla divinazione , all’arte di scoprire attraverso “segni divinatori” qualcosa sul futuro e chiede l’interpretazione di simboli. Antichi reperti babilonesi dimostrano che l’uomo ha cercato risposte fin dall’alba dei tempi.

I colori e il mondo spirituale – Steiner, parte IV

Secondo Steiner la conoscenza del mondo spirituale non era scomparsa, ma veniva conservata dagli sforzi dei “centri del mistero“, luoghi sacri sparsi in tutto il mondo in cui gli iniziati studiavano l’antica saggezza spirituale sotto la guida degli anziani.

Cristo aveva rivestito un ruolo importantissimo in questo processo perchè aveva esortato le persone più evolute a non accontentarsi di conservare la conoscenza spirituale, ma di cercare l’amore e la libertà assoluta.

Meditando sulla figura di Cristo Steiner realizzò che nell’abisso della disperazione si trovava sempre la forza per intraprendere la ricerca. Iniziò a considerare la venuta di Cristo l’evento più importante dell’evoluzione cosmica.

I colori e il mondo spirituale – Steiner, parte III

Tra Steiner e il contadino Felix Kooguski nacque un’amicizia duratura e il giovane scoprì Goethe. Attraverso la sua opera poetica Stenier si convinse d’aver incontrato uno “spirito affine“. Goethe aveva la passione per le sceinze, scrisse difatti trattati di botanica, ottica, anatomia e allo stesso tempo ascoltò le voci della natura, cioè dell’anima.

Mentre studiava il grande “maestro” ebbe da un editore l’incarico di curare la pubblicazione proprio di una sua raccolta di opere scientifiche. Nel frattempo iniziò a dare lezioni privare per arrotondare e si trovò ad insegnare ad un ragazzo autistico di nome Otto scollegato dalla realtà e ritardato mentale.

Dopo qualche tempo chiese ai genitori di potersi occupare totalmente della sua educazione ed ebbe il loro consenso, iniziò quindi ad applicare a Otto le tecniche pedagogiche che aveva calibrato sui suoi bisogni e in meno di due anni fece regredire completamente i disturbi del ragazzo.

I colori e il mondo spirituale – Steiner, parte II

Rudolf Steiner nacque nel 1861 in Jugoslavia, da genitori austriaci e si dimostrò fin da subito un bambino “diverso”. Da quanto lui stesso raccontava, fin dai primi mesi di vita si rese conto che esisteva un “mondo invisibile” che in seguito avrebbe chiamato “regno dello spirito“.

Divenuto adulto fu padre del movimento antroposofico e descrisse con dovizia di particolari alcune esperienze che visse prima dei dieci anni. Narrò di una donna disperata che gli era apparsa e che aveva appena lasciato il mondo dei vivi. In seguito seppe che una sua parente si era suicidata proprio quel giorno.

Gli esseri che vedeva spesso gli apparivano più reali delle persone che lo circondavano, ma ben presto capì che non tutti, anzi a dire la verità molto pochi, avevano le sue stesse capacità. Pur essendo un bambino gentile ed educato rimase solitario e isolato, chiuso nel mutismo e pensieroso.