Gli alieni a Roosvelt, testimonianze

di Gianni Commenta

Dopo gli avvistamenti di Kenneth Arnold si iniziò a parlare di avvistamenti e di dischi volanti precipitati al suolo e corpi di alieni trafugati. Questo è il caso di quanto riportato e che sarebbe successo a Roswell, nel New Messico nel 1947.

Solo alcuni anni dopo l’avvenimento un ingegnere civile di nome Grady Landon Barnett, cominciò a raccontare ai suoi amici di aver assistito proprio il giorno dopo ad un bagliore a circa 400 km da Roswell. Secondo lui era un oggetto metallico immobile proprio sopra il deserto e pemsando si trattasse di rottami di un aereo andò sul posto con alcuni studenti di archeologia che lavoravano ad uno scavo lì vicino.

Il velivolo che trovarono era di circa nove metri e spaccato in due, come un frutto spezzato a metà. A terra erano sparsi dei cadaveri, altri erano ancora a bordo. Avvicinandosi notarono che i corpi erano differenti da qualsiasi altro corpo Barnett e gli studenti avessero mai visto.

Avevano le teste calve e grosse, occhi piccoli e indossavano tute grigie senza cerniere lampo. Alcuni amici di Barnett, che divulgarono queste informazioni dopo la sua morte, quel giorno arrivò un gruppo di militari che isolò la zona e cacciò via i civili dopo aver “caldamente raccomandato” di non parlarne a nessuno.

Velivolo e corpi degli alieni scomparvero. Secondo Barnett tutto era stato caricato su un camion militare. Solo dopo trentadue anni William Moore e Charles Berlitz pubblicarono un libro sull’argomento dove erano raccolte le testimonianze di Barnett e di altri.

Sostenevano anche che i corpi erano tenuti nascosti e custoditi in un magazzino della CIA nello stato della Virginia. Le accuse mosse al governo americano di aver occultato le prove e nascosto la verità continuano ancora oggi, ma i tentativi di trovare qualcosa non sono mai andati a buon fine, però altre segnalazioni arrivarono.

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