È qualche tempo che non mi occupo di poltergeist e oggi ho una bella storia da raccontarvi. I protagonisti sono una coppia di coniugi tedeschi sfuggiti ai bombardamenti e una ragazzina di tredici anni che aveva perso i genitori.
Gli Schrey si stabilirono in un villaggio bavarese, Lauter, insieme ad Irma che aveva perso i genitori solo alcuni mesi prima e qualche mese dopo resero con loro un’altra orfanella di tre anni, Edith.
Nl giugno del 1946 la piccola ebbe un radicale cambiamento e divenne indisciplinata collerica. Veniva chiamata Ditti ed era a lei, a questa entità che la bambina imputava i suoi comportamenti antisociali.
Oltretutto cadeva spesso in trance e in questi momenti faceva di tutto rendendo la casa un vero disastro. Pare che mucchietti di escrementi si materializzassero ovunque per la casa, e pure pozze di urina.
Poco dopo anche Irma iniziò ad avere stati di trance e letargia. Gli oggetti si muovevano come dotati di volontà propria e messaggi incomprensibili venivano scritti con la macchina da scrivere della signora che però era chiusa a chive in un armadio.
Poi si arrivò alla violenza. Un giorno a Irma una furia invisibile tagliò i capelli con una forbice, tagliandole anche la pelle del capo sotto lo sguardo allibito dei genitori. E arrivò il famoso Hans Bender, parapsicologo.
L’uomo pensava che al suo arrivo il poltergeist avrebbe smesso d’essere tanto cattivo e dispettoso, ma non fu così, rimase anche lui colpito dalla forza dell’entità e ne dedusse che la creatura prendeva di mira molto più spesso Irma, l’adolescente.
Niente potè essere fatto, ma con il tempo i fenomeni si manifestarono sempre meno lasciando a Irma la possibilità di crescere più tranquilla. Il parapsicologo diede a questo una spiegazione plausibile: non essendo stata adottata ufficialmente Irma scatenava della tensione emotiva, al contrario della sorellina, regolarmente adottata.