Oggi continueremo la terza parte del viaggio attraverso la runa Eiwhaz; nello scorso post, dopo aver affrontato un cadavere vivente, che abbiamo prontamente ucciso. L’arco si è ritorto contro di noi, e ci ha ucciso. Adesso come Odino che si appese all’albero della vita per ricevere la conoscenza delle rune, anche noi, siamo appesi all’albero di tasso, morenti.
La vista vi si oscura,e lentamente lasciate il mondo dei vivi, per entrare nel regno di Hel, il mondo dei morti, che si trova in profondità sotto le radici dell’albero di tasso. Qui è tutto nero e grigio, i cadaveri si muovono lentamente, alcuni sono freschi come voi, e le loro ferite o malattie sono ancora ben visibili. Tutto qui è rami secchi e ossa, i serpenti si confondono tra essi e strisciano e rosicchiano le radici dell’albero sacro. Uno specchio viene posto d’avanti a voi, e vi mostra come siete realmente; un cadavere impiccato con la faccia nera e la lingua di fuori. I corvi vi girano intorno, pronti a mangiare la vostra carne. Al di sopra, dell’albero scorgete un aquila splendente, che fa giri grandi sulla chioma dell’albero, che risplende luminosa.
Giu nelle radici, invece, una scintilla si estende dal cumulo di serpenti fino alla chioma dell’albero, dapprima è una piccola scintilla, poi diventano come lampi di fuoco, piovono dal cielo, sono fulmini, e centrano il vostro corpo. Urlate silenziosamente, il vostro corpo viene scosso, il fulmine tuona attraverso di voi. Ad ogni colpo di fulmine, che vi irradia di luce bianca, scorgete le rune di color rosso che entrano nel vostro essere. Il loro potere entra dentro di voi, il cappio al collo si allenta, e voi iniziate a respirare nuovamente. Le ferite mano mano che le rune vi entrano dentro, si rimarginano e spariscono. Le rune vi sostengono, lentamente vi riportano in vita.
E piano piano sentite tutto il vostro corpo ritornare.