Reincarnazione: credenza di tutte le religioni nel passato – parte 2

di Gianni Commenta

Nel 400 le teorie di Origene furono condannate come eretiche da Papa Anastasio, ma in seguito altre sette eretiche, una settantina, portarono avanti l’idea della reincarnazione a dispetto del Concilio di Constantinopoli. I più influenti in questo senso furono i Catari che ritenevano gli esseri umani spiriti caduti.

Chi si comportava rettamente aveva diritto, nella vita seguente, a dei miglioramenti spirituali, ad un corpo migliore ad elevazione, al contrario, chi aveva vissuto male si sarebbe ritrovato in una nuova vita piena di sofferenza e malattie. La Chiesa li perseguitò e mettendo di nuovo al bando il concetto di reincarnazione e minacciando di scomunicare chiunque vi aderisse.

In Oriente il concetto della reincarnazione ha radici antichissime. Lo si trova nelle Upanishad, testi Sanscriti Veda, concetto che si è poi riversato nelle religioni che sono nate dal Vedismo: induismo, brahanesimo, ad esempio. Anche nel buddismo si crede nella reincarnazione.

Per i buddisti il ciclo delle vite si interrompe quando i tre “fuochi” (vidità, cattiva volontà e ignoranza) si sono estinte e lo spirito raggiunge il “nurvana”. L’interesse per la reincarnazione cominciò a crescere verso la metà del 1.700, con il diffondersi dello spiritismo. Il termine fu introdotto da Allan Kardec nel 1860. L’uomo riteneva inoltre che i vivi potessero ricordarsi delle loro vite passate attraverso i sogni, oppure con una reminescenza spontanea.

Purtroppo, se in oriente la credenza nella reincarnazione, fa parte della vita e del pensiero comune e religioso, in occidente viene respinta dalla maggior parte delle persone e degli scienziati. Però grazie a personaggi come Ian Stevenson, che fece studi su oltre duemila casi, tali teorie cominciano ad essere un pò più accettate.

Il materialismo, la società del consumismo, le teorie che sostengono che l’uomo è un animale, hanno derubato dell’anima, della causa della vita, l’umanità, portandola a credere che si vive una volta sola. Concetto a cui ne sono associati altri che hanno fatto perdere quella visione di insieme e la necessità di avere buoni omportamenti per potersi assicurare un prossima vita migliore.

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