Sutra del loto: la gemma nel vestito, II parte

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Il Sutra del loto è una famosa raccolta di parabole buddhiste, in questo articolo ne conosceremo che ci apre la mente alla ricchezza dell'anima.

Il Sutra del Loto è una raccolta di antiche parabole e fiabe che hanno lo scopo di dare una giusta prospettiva a chi vuole seguire il cammino buddista e vuole quindi perseguire il cammino verso l’illuminazione divina. Nello scorso articolo abbiamo iniziato a leggere una parabola buddista che lascia davvero molto sul quale riflettere.

Il Sutra del Loto: la gemma nel vestito, I parte

Il Sutra del Loto: la gemma nel vestito, II parte

“Giunse in una città e incontrò un bambino magro magro, con gli occhi grandi e il corpo scheletrico: avrebbe voluto aiutarlo, avrebbe voluto regalargli del latte, scaldarlo con dei panni caldi, ma non poteva fare niente: si sentiva le mani vuote e il cuore gonfio di pena. Lo guardò andare via, sulle sue gambine malferme, mentre lo salutava con i suoi occhi grandi e gentili. Giunse in un’altra città dove rimase a lungo: in quel paese nessuno dava l’elemosina, non c’erano monasteri o luoghi di ricovero per i poveri e l’uomo era talmente debole che non riusciva ad andare via, ad affrontare la strada per trovare un posto migliore. Si nutriva di bacche ed erba, ma più spesso assaggiava la polvere della strada. Proprio qui lo incontrò il suo antico amico che gli disse: «Che cosa assurda, vecchio mio! Come mai ti sei ridotto così per procurarti da mangiare e vestire?». Gli porse il braccio e lo aiutò ad alzarsi; lo accompagnò al suo serraglio dove lo attendevano servitori, e cibo fresco e vesti pulite. Allora, dopo che l’uomo si fu rifocillato, ebbe mangiato a volontà e bevuto, dopo che si fu lavato e cambiato, l’amico prese la vecchia veste dell’uomo e gli mostrò, ancora là dove lui stesso l’aveva cucito, il gioiello di inestimabile valore, di grande purezza e bellezza. «È sempre stato qui e tu non lo sapevi, amico mio», gli disse. «Eri ricco e lo sei anche adesso».
L’uomo povero non credeva ai propri occhi: il gioiello riluceva tra le sue mani e in un attimo vide tutto ciò che avrebbe potuto essere: del cibo caldo per il bambino dagli occhi grandi e gentili; vesti per tutti i poveri della città; banchetti sontuosi nei quartieri più poveri; e poi canti, danze, letture, poesie, tutto ciò che rende la vita più bella quando il cibo e le vesti non mancano. E lui aveva avuto con sé da tanto tempo questa fonte inesauribile di benefici senza accorgersene.
«Che stupido sono stato! – esclamò abbracciando l’amico – Ero così abituato alla mia misera condizione che non cercavo in alcun modo di trasformarla. Adesso capisco che la ricchezza e la felicità non stanno in un qualche posto lontano e irraggiungibile ma fanno parte della vita. Basta solo scoprirle”.

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