Metamorfosi, la risposa neurologica

di Gianni 1

La parola Metamorfosi è la più utilizzata per descrivere la trasformazione di un uomo in un animale e la storia è piena di resoconti di questi episodi. Nel corso dei secoli questo fenomeno è stato studiato da molti che cercavano risposte.

Ma cosa accade? A chi? E perchè? Esistono molte teorie, alcune fondate sulle scienze fisiche altre invece su teorie psicologiche. La spiegazione neurologica della licantropia, per esempio, prende in considerazione la “parte animale” del nostro cervello, quella chiamata “cervello mammillare“.

è un blocco di tessuto neurale che ha sede all’inizio della spina dorsale ed è avvolto dalla massa delle circonvoluzioni della corteccia cerebrale. Questo cervello ce l’hanno anche alcuni animali e pare che da qui si evolvettero le cellule corticali.

Proprio per questo si ipotizza che esso nasconda poteri primitivi che i nostri avi utilizzavano benissimo e che solo alvuni di noi hanno mantenuto. Alcuni psicanalisti sostengono che l’inconscio sia implicato nelle metamorfosi. Secondo Sigmund Freud proprio l’inconscio è sede di istinti e impulsi primordiali.

Per il suo discepolo Carl Jung, che parlava di memoria collettiva e immagini ancestrali comuni a tutti gli uiomini, che chiamava “archetipi“. Qualcuno suppone che proprio dall’inconscio collettivo ne scaturisca la licantropia.

La prova più significativa dell’inconscio sono i sogni e in un mondo dove tutto è possibile uomini e animali possono. I primitivi davano molto credito ai loro sogni e questa era la prova inconfutabile.

Un botanico americano che si mise a studiare le erbe medicinali utilizzate dagli indiani Tirio si addentrò nella foresta del Suriname. Mentre dormiva nella sua capanna ricevette la visita di un giaguaro che rimase a guardarlo fisso. Convinto fosse solo un sogno lo narrò allo stregone che affermò di essere lui. Non mancano le metamorfosi nell’ambito dei miti e delle leggende. Gli dei erano soliti trasformarsi in vari animali per facilitarsi.

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