Gli indiani d’America e i sogni

Tutte le tribù americane “primitive” credevano ai sogni e basavano la loro vita su di essi. Era in base ai sogni che organizzavano la caccia , la pesca, il commercio e tutte le loro altre attività. Ai sogni sacrificavano ogni cosa perchè da questi ne ricavavano presagi.

Secondo questi popoli i sogni erano la sorgente e il fondamento della spiritualità. Un gesuita vissuto nel 1600 affermava che il sogno presiedeva a feste, danze, canti e giochi ed era la divinità principale delle popolazioni indigene. Gli indiani erano fermamente convinti che durante i sogni l’anima vivesse in un altro mondo, un regno indipendente dal corpo.

Per loro erano così veri i sogni che se per esempio un Cherokee veniva morso da un serpente in sogno al risveglio andava a farsi curare. I sogni si dividevano in due: quelli comuni, di cui non tenevano conto e quelli che ritenevano avessero un significato.

Kaigh, il nyanga e la trasformazione dei giovani in sciacalli

 Frederick Kaigh era un medico del XX secolo che poco c’entrava con le esplorazioni tra il Congo Belga e la Rhodesia. Lui però si sentiva un esploratore e mezzo nudo, appollaiato su un albero intendeva godersi lo spettacolo di una danza segreta.

Lo stregone nyanga arrivò e cominciarono a rullare tamburi. Era travestito da sciacallo e aveva delle strisce di pelle dell’animale attaccate in vita ad una specie di cintura. Kaigh osservava in silenzio. Il capo dello stregone era coperto da una maschera raffigurante appunto uno sciacallo.

Dopo aver bevuto una pozione cominciò a ad ulurare come un animale a cui rispondevano dalla giungla mentre danzava ad un ritmo sempre più vorticoso, nonostante l’età avanzata. Alla fine esausto cadde in trance con la bava che gli usciva dalla bocca.

Sciamanesimo, vocazione portata in sogno

La sfera emotiva gioca un ruolo fondamentale nella guarigione del paziente, questo gli sciamani l’hanno sempre saputo molto bene e la magia che appicano comporta anche la somministrazione di terapie quali rilassamento, massaggi, erbe, diete, esorcismi e rituali di pruficiazione, confessioni e placebo.

Tutti questi poteri riuniti nelle mani di una persona, ma… come si diventa sciamani? In genere nessuno sceglie di diventare tale, al contrario, viene scelto. La vocazione arriva attraverso un sogno di possessione estremamente vivido, oppure da una visione o dalla guarigione di una grave malattia.

Il rito di iniziazione può avvenire in modi differenti: con una cerimonia pubblica o con una conversione personale e si conclude con una morte simbolica e la resurrezione. Questo perchè attraverso il rito l’eletto sciamano può arrivare all’albero del mondo e passare nel regno celeste e perdendo il suo stato terreno.

Il primo sciamano e la prima terapia 40.000 anni fa – parte II

Lo sciamano ha due modi per occuparsi del paziente: il primo consiste nell’identificare i sintomi, ci sono malattie che sono facilmente distinguibili e quindi la cura è convenzionale. Il secondo è utilizzato quando la malattia non è chiara, il malanno è nascosto e lo sciamano, per capire di cosa si tratti, deve andre in trance e cercare il motivo direttamente nel mondo degli spiriti dove troverà la guida.

Gi sciamani dicevano di entrare in contatto con gli spiriti attraverso un’alterazione mentale che ognuno di loro, a seconda della tribù, raggiungeva in un determinato modo: un rituale che comportava la privazione di sonno, assenza di attività essuale, immobilità fisica seguita a danze sacre con cantilene e frasi magiche, nonchè l’uso di sostanze allucinogene.

In Siberia si utilizzava un fungo del genere amanita, nel Messico il peyote che li portava in uno stato passivo di estasi nel quale lo sciamano tenta di non soccombere agli spiriti e ne dienta il portavoce. Altri sciamani, invece, utilizzano l’estasi catalessica in cui riduce al minimo le sue funzioni vitali e sembra quasi morto.

Il primo sciamano e la prima terapia 40.000 anni fa – parte I

Dipinti rupestri trovati in Siberia orientale, oppure in Africa del Sud, reperti artigianali antichissimi, dimostrerebbero che la prime terapie di guarigione risalgono a circa 40.000 anni fa ed erano fatte da sciamani-stregoni che erano al servizio delle tribù dell’Età della Pietra.

Ad attribuire il nome di “sciamano” a questi guaritori furono i popoli nordasiatici e paleoasiatci, ma poi si propagò all’intero mondo. In molte società tribali gli sciamani esistono ancora e godono di una posizione privilegiata rispetto a tutte le altre persone. Sono rispettati e stimati.

Li possiamo trovare nelle culture indigene delle Americhe, dell’Africa, dell’India, dell’Asia Centrale e dell’Australia. Studiando queste comunità si denota una certa somiglianza con le vecchie tribù e credenze preistoriche. Gli etnologi ne hannos tudiate le caratteristiche e sono giunti ad importanti conclusioni.

Nicole Maxwell, guarita da uno sciamano sudamericano

Gli sciamani della giungla sud-americana erano in grado di curare le persone solo attraverso l’utilizzo delle loro conoscenze e delle erbe che crescevano attorno a loro. L’antichissima dottrina erboristica di questi sciamani sarebbe andata perduta se non fosse arrivata una nuova scienza, l’etnobotanica, a cercare di salvarla dall’oscurità.

Tra i primi etnobotanici nel mondo ci fu Nicole Maxwell. Era figlia di una famglia benestante di San Francisco e, oltre a dedicarsi allo studio della medicina, a circa quarat’anni cominciòa viaggiare nel selvaggio Sud America. La Maxwell si era già sposata e separata quando nel 1952, mentre stava compiendo una spedizione nella giungla peruviana, cadde e si tagliò un braccio con il suo machete.

Purtroppo nemmeno la pinza emostatica riusciva a chiudere il grosso taglio per fermare l’emorragia. Non sapendo che altro fare la donna accettò di bere un liquido nero eal contempo di cospargerlo sulla ferita. Il rimedio indio funzionò e nel giro di tre minuti l’emorraggia cessò. La Maxwell non sapea cosa fossquel liquido scuro, ma per i successivi quarant’anno raccolse le erbe usate nella medicina popolare su-americana.

Sciamanesimo, una tradizione antichissima

Oggi parleremo dello sciamanesimo, la più antica espressione religiosa che ci sia al mondo presente già dall’età del paleolitico.

In quel periodo questa disciplina veniva praticata da uomini e donne considerati saggi e degni di rispetto, conoscevano la medicina e curavano ogni genere di malattia. Per le varie popolazioni, gli sciamani sono considerati come degli intermediari tra il mondo naturale e quello spirituale.

Nella bellissima Africa nera, in Asia, in America Centrale e nell’Irlanda celtica, questi sciamani hanno piccole differenze, ma questo parte tutto dalla tradizione da cui provengono.