La morte del Presidente Lincoln, ne aveva avuto precognizione

Come abbiamo già avuto modo di raccontare il Presidente degli Stati Uniti, Abramo Linclon, ebbe esperienze metapsichiche che lo accompagnarono nei momenti più salienti della sua vita. Lui credeva fortemente nei presagi. Ne ebbe molti durante la vita, uno dei quali gli confermò che sarebbe salito al potere, ma lo avrebbe perso poco dopo, all’apice del successo e della carriera.

Lincoln poco dopo essere stato eletto presidente nel 1860, guardandosi allo specchio vide due di sè, comrpese quindi che era un segno della sua ri-elezione a presidente e difatti così fu. Quando seppero delle sue premonizioni ci scrissero un articolo e lui, con trqnuillità affermò che era vero.

Non nascose mai questo suo “dono” e raccontò di aver visto cose bellissime. Non aveva però ancora visto in sogno la sua morte che poi raccontò all’amico Lamon.  Nel sogno aveva sentito delle persone piangere e si era diretto verso il suono che proveniva dalla Camera Orientale della Casa Bianca.

Malcolm Bessent, la profezia sugli Stati Uniti: parapsicologia scienza spirituale

Malcolm Bessent era un sensitivo londinese che nel 1969 predisse un periodo cruciale per gli Stati Uniti tra il 1972 e il ’73. La sua premonizione prevedeva “acqua dappertutto” con rivolte sociali, caos e anarchia. Il popolo avrebbe cercato un nuovo capo non trovandolo.

Chi in seguito ha cercato di dare un senso alle parole di Bessent ci ha visto un parallelo con lo scandalo Watergate che dominò il panorama americano nel 1972. Certo non fu un’inondazione letterale, ma la parola indicava lo scandalo e il caos politico cui seguirono le dimissioni del presidente Nixon.

I fenomeni di premonizione o percezione extrasensoriale vanno oltre la nostra comprensione e vengono detti paranormali, e l’ambito della ricerca parapsicologia. Molti scienziati e scettici deridono la ricerca, convinti che sia la continuazione del vecchio spiritismo e della presunta comunicazione con gli spiriti dei defunti attraverso i medium.

Eusapia Palladino, italiana con poteri paranormali – parte II

Gli studiosi che furono invitati su Roubaud, l’isola di Richet, erano Frederic W.H. Meyers e sir Oliver Lodge, membri della British Society for Phisical Research (SPR) fondata nel 1872 da alcuni studiosi di  fenomeni paranormali di Cambridge.

Richet fece fare un tavolo pesantissimo e con le gambe a punta in modo che la Palladino non potesse utilizzare nessun trucco per sollevarlo, come ad esempio i piedi. Però appena vi mise sopra le mani il tavolo si mise a sussultare e poi si sollevò completamente da terra senza che lei ne fosse in contatto.

Dopo molti esperimenti Richet e i colleghi affermarono che non aveva utilizzato trucchi e i suoi poteri erano autentici. I due studiosi la invitarono a Cambridge alla loro riunione a ttuale dove venne fatta cadere in trappola da uno dei presenti, colta a barare e cacciata.

Eusapia Palladino, italiana con poteri paranormali – parte I

Eusebia Palladino nacque nel Sud dell’Italia nel 1854 cominciò ad essere soggetta a fenomeni di psicocinesi spontanea fin da bambina. All’età di dodici anni rimase orfana e i suoi poteri si manifestarono in tutta la loro portata quando la ragazza ebbe all’incirca vent’anni ed era sotto la tutela di un certo Damiani.

Non è dato di sapere esattamente quali fossero gli studi alla quale la giovane veniva sottoposta: veniva considerata rude, rozza e anche molto ignorante e incolta. Non considerava i suoi poteri qualcosa di particolarmente insolito e prezioso. In alcuni casi pare fosse stata trovata a usare inganni, ma in parecchi sostenevano che fosse in grado di provocare ben 39 fenomeni paranormali.

Attorno al 1890 uno psichiatra scettico, tale Cesare Lombroso, fu molto colpito dai racconti e volle andare a Napoli convinto di poterla smascherare. Invece dovette ricredersi. Grazie al suo parere positivo alcuni scienziati internazionali e intellettuali invitarono la Palladino a Milano per vederla all’opera.

Neville Rowe: l’uomo senza equilibrio e i delfini

Neville Rowe era una persona molto particolare, che comunicava con un gruppo di delfini chiamato Cajuba. Per la mente collettiva di questi delfini lui era il tramite, il ponte tra due mondi che metteva in comunicazione due specie, quella umana e quella dei delfini.

I delfini sono ritenuti animali intelligentissimi, simbolo della pacifica convivenza, sono sempre in gruppo. Cosa che a quanto pare l’uomo non è in grado di fare. Rowe aveva iniziato a comunicare con loro al Sea World di San Diego, in California.

Il metodo utilizzato dagli intelligenti mammiferi era la vibrazione che poi veniva tradotta in parole attraverso la mente del canale, in questo caso lo stesso Rowe. Cosa dicevano? Che volevano aiutarci a capire noi stessi e il nostro mondo, loro e il loro di mondo per trovare un equilibrio.

Anne Moberly e Eleanor Jourdain, viaggio retrocognitivo – parte III

Anne e Eleanor arrivarono finalmente nei pressi del Petit Trianon e la prima vide una giovane donna bionda intenta a dipingere che sembrò quasi seccata della loro intrusione. Quando entrarono nel palazzo quasi si scontrarono con un gruppo di turisti.

Non parlarono tra loro di quanto era successo per un’intera settimana, probabilmente ancora incredule, o forse per la profonda depressione in cui entrambe erano cadute. All’inizio si scambiarono poche informazioni, poi ne tacquero per parecchi mesi, infine ne discussero.

Conclusero che il Petit Trianon doveva essere infestato. Le donne però avevano visto persone differenti. La Moberly aveva vistola donna seduta in giardino, Eleanor no. Scoprirono che il dieci agosto era una ricorrenza particolare, perchè cadeva l’annivewrsario dell’arresto della famiglia reale.

Le due donne si chiedevano se per caso non avessero intercettato una traccia telepatica della regina Maria Antonietta che aveva molto amato quei luoghi.

Anne Moberly e Eleanor Jourdain, viaggio retrocognitivo – parte II

Tutto intorno a loro non c’erano turisti, ma più avanti, quando il viottolo si ramificava in tre, incontrarono due uomini dall’aspetto serio, che indossavano giacche verdi e cappelli a tricorno. Dato che avevano in mano vanga e carriola le due donne pensarono fossero giardinieri.

Eleanor chiese loro come fare per raggiungere la Petit Trianon, però ottenne una risposta molto fredda e meccanica che non comprese, così lo domandò di nuovo ottenendo la medesima risposta. Poi la sua attenzione cadde su una donna e una ragazza che stavano sulla porta di un villino poco distante. Indossavano abbigliamento molto antiquato e all’improvviso la donna si sentì cogliere da una strana inquietudine e depressione.

Non rivelò alla Moberly le sue sensazioni anche se si sentiva via via sempre più triste. Anche questa però cominciò a sentirsi sempre più triste. Ognuna immersa nella propria tristezza continuarono a camminare e arrivarono ad un altro punto dove il sentiero si diramava in due, a destra e a sinistra.

Anne Moberly e Eleanor Jourdain, viaggio retrocognitivo – parte I

Nel 1911 le due donne pubblicarono il libro “An Adventure”, tradotto in itailiano “Un’avventura”, in cui raccontarono della inquietante esperienza che, una decina di anni prima, avevano avuto nei giardini della reggia di Versailles.

Ma torniamo all’inizio… era il 1911 quando Eleanor Jourdain, invitò Anne Moberly a passare due settimane in vacanza con lei, nei dintorni di Parigi. La Moberly era la direttrice del collegio femminile dell’università di Oxford e Eleanor mirava a diventarne l’assistente.

Nonostante la differenza di età le due donne si trovarono bene insieme, avevano molte cose in comune ed entrambe molto legate alla tradizione. Mentre la Moberty aveva cinquantacinque anni, la Jourdain solamente trentacinque. La prima era una donna timida, con occhi scuri nascosti da un paio di lenti appoggiati su un naso che non passava inosservato.

Retrocognizione, tornare nel passato come in un viaggio nel tempo

C’è una rarissima manifestazione che ha affascinato gli studiosi e i ricercatori psichici e che si chiama “retrocognizione”. Si tratta di un fenomeno nel quale le persone si trovano a rivivere in momenti del passato, vengono trasportati indietro nel tempo. Anche se rapporti su questo tipo di manifestazione non sono nuovi, sono molto più rari che gli altri.

Uno studioso se ne interessò in particolar modo, W.H.W. Sabine, e sostenne che secondo lui la descrizione della creazione della Genesi era basata sulla retrocognizione, ma rimaniamo a tempi più vicini ai nostri. Uno degli episodi che trattano di retrocognizione fu quello raccontato da Coleen Buterbaugh, una segretaria dell’Università Wesleyan in Nebraska e che accadde nel 1963.

La donna raccontò di esere entrata in una stanza del campus e di aver sentito uno strano silenzio, poi di aver percepito la presenza di un uomo ad una scrivania, che però non riusciva a vedere. Ciò che fu in grado di vedere fu la figura di una donna in abiti antiquati, ormai evanescente.

L’anima esce dal corpo, viaggi extracorporei che fanno in molti – parte III

Sant’Antonio da Padova non è l’unico santo ad aver fatto simili dichiarazioni. Anche San Severino di Ravenna, San Clemente di Roma e Sant’ Ambrogio a Milano, hanno avuto esperienze di viaggi dell’anima fuori dal corpo. Una piuttosto curiosa è quella raccontata da Sant’Alfonso Liguori che svenne dopo la celebrazione di una messa e rimase inconscio per ben ventiquattro ore.

Al suo risveglio raccontò d’aver assistito alla morte del papa, Clemente XIV a Roma. La notizia del decesso del papa e dell’ora in cui era avvenuto il decesso fu confermata tempo dopo da un messo pontificio e i presenti al capezzale del Papa dissero di averlo visto tra chi vagava nelle stanze del morente.

Com’era possibile? Nella chiesa, ma anche nelle comunità agricole europee era ben radicata la credenza che mentre il corpo dormiva beato in un letto l’anima vagasse liberamente. Questa diede vita all’idea del “doppio” persistette nelle tradizioni popolari fino al 1800 quando poi cominciò ad essere di interesse generalizzato e divenne base dello “spiritismo”.

L’anima esce dal corpo, viaggi extracorporei che fanno in molti – parte II

Gli scettici rifiutano l’idea dei viaggi extra corporei e di tutto ciò che viene chiamato paranormale, ritenendoli sogni, allucinazioni e cose simili. Chi invece ne sostiene la veridicità, asserisce che, a causa del senso di realtà che si prova nel mentre, è impossibile scambiarle per qualcosa di diverso. Per tutte le persone che ne descrivono le caratteristiche si trovano grandi similitudini.

Uno studioso di questi fenomeni, Eugene E. Barnard, stimò che almeno una persona su cento durante la vita ha un’esperienza di questo tipo. Altri invece sostengono che la percentuale è di 15-20 persone su cento! Un altro ricercatore, Charles T. Tart sostenne che potenzialmente ogni persona potrebbe fare una simile esperienza per il solo fatto di essere vivo.

E le definì un archetipo, secondo ciò che diceva Carl Jung. Ma la storia dei viaggi extracorporei non ha vita tanto breve. Tornando indietro nel tempo scendiamo fino all’epoca della civiltà egizia. Gli egiziani ritenevano che ogni “corpo” avesse un corpo astrale, o spirituale, chiamato “ba”, che alla morte del corpo di carne si staccava da questo senza però abbandonarlo completamente. 

L’anima esce dal corpo, viaggi extracorporei che fanno in molti – parte I

I viaggi dell’anima sono esperienze che in molti raccontano di aver fatto, fin dall’inizio dei secoli le persone, delle più diverse nazionalità e razze, ma anche estrazione sociale, hanno sempre parlato della possibilità di staccarsi dal corpo terreno per poter prendere “il volo” solamente come spirito, essenza, o anima. Gli studiosi di fenomeni paranormali hanno sempre cercato di dare una spiegazione a tutto questo.

Gli studi condotti hanno portato alla conclusione che non c’è  una maggior predisposizione a questi viaggi dell’anima che dipenda da razza, etnia, nazionalità luogo in cui si vive. Si verificano in Tibet, tanto quanto in Africa, tra i francesi o nel Borneo e nell’Oceania. Anche se non sembra dipendda nemmeno dalla professione molti scrittori hanno raccontato e scritto dettagliamente le loro esperienze extracorporee.

Ma oltre ad esserci molti personaggi famosi che l’hanno sperimentato, specialmente artisti, ci sono anche migliaia di persone comuni che possono raccontarne. Ci sono alcuni fattori che “conciliano”, ovvero che favoriscono questo tipo di viaggi extra corporei.

Ley ed energie della Terra, levitazione a Chanctonbury Ring (II)

Continuiamo a parlare di intersezioni di ley. Ecco un altro curioso avvenimento, accaduto sempre nell’isola inglese. Stavolta ad essere protagonista è l’anello di Chanctonbury, un terrapieno in cima ad una collina e circondato da maestosi faggi, nell’Inghilterra del meridionale.

Un tempo in questo luogo sorgeva un forte anglosassone e, da quanto si può intuire, era teatro di grandi battaglie. Anche in questo caso il luogo di cui si parla è ubicato sull’intersezione di cinque ley, due delle quali molto lunghe e con molte chiese. Era la notte del 25 agosto del 1974 e William Lincoln vi si recò con tre amici.

Avevano sentito parlare dei fenomeni paranormali che avvenivano all’anello e si erano incuriositi. Volevano vedere se succedeva qualcosa mentre erano lì loro. Giunsero sul posto di sera tardi, tutt’attorno era comprensibilmente buio. Arrivano le undici di sera e fu a quell’ora che cominciò la loro incredibile avventura.

Ley ed energia della Terra, inspiegabili attività paranormali – parte prima

I Ley sono quei tumuli prestorici allineati nel terreno che, insieme ai dolmen, agli altari pagani, ai cromlech e alle chiese medievali, che si trovano in giro, sono teatro di fenomeni ed esperienze paranormali. Ci sono persone che, nei pressi di questi antichi luoghi, sentono strane sensazioni che non si sanno spiegare e sentono una presenza fisica.

Non è raro che chi visiti questi luoghi possa vedere personaggi storici che ripetono gesti che facevano in vita, oppure vengano sollevati da terra o colpiti. I ley sono stati studiati da ingegneri, robdomanti, archeo-astronomi, ufologi e sensitivi che non hanno saputo trovare una spiegazione a questi fenomeni.

Secondo dei ricercatori sono posizionati lungo i canali di energia geofisica. Gli antichi avrebbero percepito il pulsare della Terra e costruito i monumenti proprio sopra i nodi, le intersezioni delle linee, dove questa energia è più forte ed è in grado di innescare fenomeni paranormali.