Divinità e dottrina Induista

Oggi continueremo a parlare di dottriuna Induista e delle divinità a loro legate.

Ora torniamo a parlare della dottrina, continuando i vari punti cominciato ieri nel precendente post:

La credenza del male come assenza di bene. Il male esisterebbe, ma solo come assenza del bene, per cui la menzogna sarebbe semplicemente assenza di verità, la guerra assenza di pace.

Il potere delle parole

 Quando le parole hanno un potere magico potente se dette con convinzione e desiderio ardente, portano conseguenze tragiche.

Una signora dell’Assia raccontò la storia di questo bambino al quanto egoista che portò tutti alla morta, la signora narra che la principessa Alice d’Assia, figlia della regina Vittoria d’Inghilterra e sorella della regina Friedrich di Prussia, viveva a Darmastadt, accidentalmente il suo piccolo bambino cadde dalla finestra del palazzo nuovo, sua madre confidandosi con la regina Vittoria raccontò che l’altro suo figlio Ernesto Ludovico, era rimasto molto scosso della morte del fratello e che aveva espresso il desiderio che qualora fosse morto lui, sarebbero morti anche tutti gli altri della famiglia. Ovviamente sua madre pensò che era il dolore della perdita del fratello a farlo parlare e ragionare in tale modo. Passati gli anni il principe Ernesto in punto di morte espresse il desiderio di essere sepolto nel parco del castello ai piedi di una piccola altura fiorita di rose, ovviamente provvisoriamente, dato che nulla era stato previsto e quindi preparato, la salma fu deposta nella cappella del mausoleo di famiglia.

Divinità e dottrina Induista

Oggi voglio presentarvi la religione Induista, molto variegata e complessa basata su 3 principi di appoggio che sono:

– tutta la vita è divina
– esistono molti percorsi a Brahman, l’infinita fondamenta di tutte le realtà
– tutta la vita e tutte le divinità deriveranno dal Brahman

E’ una Religione tradizionale dell’India, praticata da oltre 700 milioni di fedeli, le origini risalgono approssimativamente intorno al 1500 a.C.; e costituisce l’evoluzione di due fasi anteriori dette rispettivamente “vedismo”, dal nome dei libri sacri, i Veda, e “brahmanesimo”, dal nome degli appartenenti alla casta sacerdotale, i brahmani.

Il quadro di “Sibilla di Cuma”

 A volte i presentimenti vanno ascoltati, facendo attenzione ad ogni particolare, questa è la storia di una contessina e di un quadro assassino.

Nel 1803 il principe Radziwilli raccontò che, con sua moglie, accolsero nella propria casa la nipote contessina Agnese Lanskoronska che a soli sei anni era diventata orfana, la povera piccola però soffriva di una fobia al quanto strana, ogni volta che varcava la porta della sala con appeso il quadro di “Sibilla di Cuma” gridava e veniva presa da forti convulsioni. Il principe e la principessa ovviamente pensarono che era una paura datole dall’età, ma crescendo si accorsero che la paura non passava, anzi aumentava sempre di più.

Mitologia Fenicia

Voglio tornare a parlarvi della mitologia fenicia, che tra l’altro è una delle più antiche del Mar mediterraneo. La mitologia di questo fantastico popolo ha collegamenti con le mitologie Babilonesi ed egiziane. La cosmologia del popolo comincia con la simbiosi tra il Caos primitivo con una divinità, dalla loro unione venne generato l’uovo cosmico (Mot) che una volta diviso formò cielo e terra.

Il popolo fenicio era Politeista, cioè credeva in varie divinità. Gli dei vivevano nei templi, chiamati “bet”, cioè casa o palazzo, ma non ci sono pervenute statue a causa del diffuso aniconismo. Era molto diffuso il culto di stele o betili, di montagne, acque, alberi, e pietre ritenute sacre. Si credeva anche nei refaim, esseri dell’aldilà, inoltre la magia deriva da modelli egiziani, come scarabei ed amuleti ed era una pratica comune e diffusa. L’approccio alla religione da parte dei Fenici era più ritualistico che mitologico, e l’aldilà era localizzato sottoterra, ed essenziale per i defunti era ricevere una sepoltura per essere ricordati tra i vivi.

Pantheon delle divinità adorate dalle popolazioni Fenice.

Mitologia Fenicia

Voglio tornare a parlarvi della mitologia fenicia, che tra l’altro è una delle più antiche del Mar mediterraneo. La mitologia di questo fantastico popolo ha collegamenti con le mitologie Babilonesi ed egiziane. La cosmologia del popolo comincia con la simbiosi tra il Caos primitivo con una divinità, dalla loro unione venne generato l’uovo cosmico (Mot) che una volta diviso formò cielo e terra.

Il popolo fenicio era Politeista, cioè credeva in varie divinità. Gli dei vivevano nei templi, chiamati “bet”, cioè casa o palazzo, ma non ci sono pervenute statue a causa del diffuso aniconismo. Era molto diffuso il culto di stele o betili, di montagne, acque, alberi, e pietre ritenute sacre. Si credeva anche nei refaim, esseri dell’aldilà, inoltre la magia deriva da modelli egiziani, come scarabei ed amuleti ed era una pratica comune e diffusa. L’approccio alla religione da parte dei Fenici era più ritualistico che mitologico, e l’aldilà era localizzato sottoterra, ed essenziale per i defunti era ricevere una sepoltura per essere ricordati tra i vivi.

Pantheon delle divinità adorate dalle popolazioni Fenice.

Mitologia Fenicia

Oggi voglio tornare a parlarvi della mitologia fenicia, che tra l’altro è una delle più antiche del Mar mediterraneo. La mitologia di questo fantastico popolo ha collegamenti con le mitologie Babilonesi ed egiziane. La cosmologia del popolo comincia con la simbiosi tra il Caos primitivo con una divinità, dalla loro unione venne generato l’uovo cosmico (Mot) che una volta diviso formò cielo e terra.

Il popolo fenicio era Politeista, cioè credeva in varie divinità. Gli dei vivevano nei templi, chiamati “bet”, cioè casa o palazzo, ma non ci sono pervenute statue a causa del diffuso aniconismo. Era molto diffuso il culto di stele o betili, di montagne, acque, alberi, e pietre ritenute sacre. Si credeva anche nei refaim, esseri dell’aldilà, inoltre la magia deriva da modelli egiziani, come scarabei ed amuleti ed era una pratica comune e diffusa. L’approccio alla religione da parte dei Fenici era più ritualistico che mitologico, e l’aldilà era localizzato sottoterra, ed essenziale per i defunti era ricevere una sepoltura per essere ricordati tra i vivi.

Pantheon delle divinità adorate dalle popolazioni Fenice.

La colonna del diavolo

 Nella piazza della basilica di Sant’Ambrogio, sul lato sinistro di essa, è stata eretta una colonna di epoca romana, trasportata poi qui, che narra di una leggenda che riguarda il diavolo, e che in seguito fu utilizzata per l’incoronazione degli imperatori germanici.

Se si osserva attentamente la colonna si notano due foricircolari che emanano perennemente odore di zolfo, secondo la leggenda, in tempi antichi, la piazza fu luogo di scontro tra Sant’Ambrogio e il demonio, durante la lotta il santo scagliò il demonio contro la colonna, ed esso rimase incastrato con le sue corna procurando appunto i famosi fori. Secondo la tradizione, infilando le dita nei fori si attirerebbe la fortuna e scaccerebbe il malocchio, ma accostando l’orecchio si potrebbe, probabilmente, sentire rumori e grida proveniente direttamente dall’inferno.

Avvistamento Bigfoot in North Carolina, vero e falso?

Thomas Byers, nel North Carolina: “Stava attraversando la strada e ho fatto in tempo a filmarlo. Si sente anche il suo verso”

La cinematografia ne ha fatti di film sulla reale esistenza dei Bigfoot, noi di Esoterya ne abbiamo scritto, così come altri siti italiani e stranieri senza però, dare una risposta precisa al caso. Ora sta impazzando su Internet un video nuovissimo realizzato da Thomas Byers dove si vede un Bigfoot attraversare la strada … realtà o frode?

North Carolina: Thomas Byers afferma di aver preso il filmato del Bigfoot nella notte di Martedì.

Mitologia Fenicia

Oggi voglio tornare a parlarvi della mitologia fenicia, che tra l’altro è una delle più antiche del Mar mediterraneo. La mitologia di questo fantastico popolo ha collegamenti con le mitologie Babilonesi ed egiziane. La cosmologia del popolo comincia con la simbiosi tra il Caos primitivo con una divinità, dalla loro unione venne generato l’uovo cosmico (Mot) che una volta diviso formò cielo e terra.

Il popolo fenicio era Politeista, cioè credeva in varie divinità. Gli dei vivevano nei templi, chiamati “bet”, cioè casa o palazzo, ma non ci sono pervenute statue a causa del diffuso aniconismo. Era molto diffuso il culto di stele o betili, di montagne, acque, alberi, e pietre ritenute sacre. Si credeva anche nei refaim, esseri dell’aldilà, inoltre la magia deriva da modelli egiziani, come scarabei ed amuleti ed era una pratica comune e diffusa. L’approccio alla religione da parte dei Fenici era più ritualistico che mitologico, e l’aldilà era localizzato sottoterra, ed essenziale per i defunti era ricevere una sepoltura per essere ricordati tra i vivi.

Pantheon delle divinità adorate dalle popolazioni Fenice.

Mitologia Fenicia

Oggi voglio tornare a parlarvi della mitologia fenicia, che tra l’altro è una delle più antiche del Mar mediterraneo. La mitologia di questo fantastico popolo ha collegamenti con le mitologie Babilonesi ed egiziane. La cosmologia del popolo comincia con la simbiosi tra il Caos primitivo con una divinità, dalla loro unione venne generato l’uovo cosmico (Mot) che una volta diviso formò cielo e terra.

Il popolo fenicio era Politeista, cioè credeva in varie divinità. Gli dei vivevano nei templi, chiamati “bet”, cioè casa o palazzo, ma non ci sono pervenute statue a causa del diffuso aniconismo. Era molto diffuso il culto di stele o betili, di montagne, acque, alberi, e pietre ritenute sacre. Si credeva anche nei refaim, esseri dell’aldilà, inoltre la magia deriva da modelli egiziani, come scarabei ed amuleti ed era una pratica comune e diffusa. L’approccio alla religione da parte dei Fenici era più ritualistico che mitologico, e l’aldilà era localizzato sottoterra, ed essenziale per i defunti era ricevere una sepoltura per essere ricordati tra i vivi.

Pantheon delle divinità adorate dalle popolazioni Fenice.

Disposizione altare Ecate

Oggi parlaremo della disposizione dell’altare di Ecate che dipende dal proprio credo religioso. Per i wiccan l’altare è dedicato al dualismo dea-dio ma con un particolare riferimento ad Ecate:

Abbiamo il lato sinistro per la Dea, con la candela verde, Coppa dell’Acqua, il Calice, la Campana, le Rune e i libri, mentre il lato destro, dedicato al Dio con candela verde, Incensi, Olii ed Essenze e rimedi naturali, nonché pietre preziose e semipreziose.

Al centro, metteremo un’immagine di Ecate Trivia, una candela il suo onore, più avanti un piatto funge da brucia-incenso e contiene le quattro candele delle fasi lunari nonché un pentacolo di filo di rame.

Libri occidentali

 Liber Daemonicus

Questo testo maledetto fu scritto attorno a 1500 da tale Heyronimus Nulnicus, demonologo devoto a Tzeentch, ne esistono poche copie, quasi tutte in Reikspiel, tutte in comune, il libro, inoltre, è proibito in tutto il Vecchio Mondo, ed è considerato prova di Demonologìa e Cultismo. Diviso in due sezioni: la prima spiega come diventare Demonologi senza un maestro, come stringere un patto con un dìo del Caos, e un breve indice di nomi di Demoni Tzeentchiani o indipendenti. La seconda è una descrizione degli dèi e dei loro demoni, con un grande elogio di Tzeentch, e una velata avversione per tutti gli altri (Slaanesh, Khorne, Nurgle, Caino).

Geographia Orbis Terrarum
Scritto una cinquantina d’anni fa da Pietro Velabianca di Luccini, famoso navigatore, fa una trattazione della geografia del Mondo Conosciuto (almeno dagli umani del Vecchio Mondo), descrivendo dapprima il Vecchio Continente con i suoi stati, i suoi equilibri, la sua politica, poi, passando all’Arabia, alla Norsca, ad Albione, qualche accenno alle Terre Oscure e alle Maleterre e alle Steppe al di là, e infine alla Costa Nuova e al Nuovo Mondo e qui termina la parte interessante del libro, le informazioni empiriche ed oggettive.

Calendario e tradizione del capodanno Tibetano

I tibetani, hanno creato un loro calendario singolare, secondo il quale, organizzano la produzione agricola e la celebrazione delle feste tradizionali.

Il calendario tibetano è stato formato sulla base della produzione agricola, della temperatura, delle esperienze pratiche della popolazione e dell’assimilazione dei vantaggi degli antichi calendari indiani e han. Il calendario è diviso in 12 mesi che durano 29 o 30 giorni ed ogni 2-3 anni se ne inserisce uno bisestile per recuperare l’equilibrio tra i mesi e le stagioni.

Il calendario ha un ciclo di 60 anni e 10 tronchi terrestri che rappresentano i cinque elementi naturali, che ha due aspetti (Yin e Yang) e 12 rami terrestri a cui corrispondono i 12 segni zodiacali (topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, pecora, scimmia, gallo, cane e maiale).