Mitologia Fenicia

Oggi voglio tornare a parlarvi della mitologia fenicia, che tra l’altro è una delle più antiche del Mar mediterraneo. La mitologia di questo fantastico popolo ha collegamenti con le mitologie Babilonesi ed egiziane. La cosmologia del popolo comincia con la simbiosi tra il Caos primitivo con una divinità, dalla loro unione venne generato l’uovo cosmico (Mot) che una volta diviso formò cielo e terra.

Il popolo fenicio era Politeista, cioè credeva in varie divinità. Gli dei vivevano nei templi, chiamati “bet”, cioè casa o palazzo, ma non ci sono pervenute statue a causa del diffuso aniconismo. Era molto diffuso il culto di stele o betili, di montagne, acque, alberi, e pietre ritenute sacre. Si credeva anche nei refaim, esseri dell’aldilà, inoltre la magia deriva da modelli egiziani, come scarabei ed amuleti ed era una pratica comune e diffusa. L’approccio alla religione da parte dei Fenici era più ritualistico che mitologico, e l’aldilà era localizzato sottoterra, ed essenziale per i defunti era ricevere una sepoltura per essere ricordati tra i vivi.

Pantheon delle divinità adorate dalle popolazioni Fenice.

Il libro della Pestilenza

Questo libro tratterebbe dei Culti di Nurgle intolato Pestbuch (Il libro della Pestilenza), ovviamente anch’esso si dice sia solo una leggenda, scritto in Reikspiel, riporta le origini e le cause precise di ogni malattia conosciuta nell’Impero, con le istruzioni su come portarla allo sviluppo estremo nelle vittime designate, un libro di oltre mille pagine considerato estremamente interessante dalle Gilde dei Medici, che fanno continue petizioni per ottenere il permesso di studiare le poche copie conosciute, che sarebbero una decina, si trovano nelle mani della Chiesa di Sigmar o nelle biblioteche dei più grandi templi di Shallya, che ovviamente ne fanno buon uso nella loro lotta contro l’odiato Nurgle.

Esso riporta informazioni molto chiare e precise su come diffondere pestilenze ed epidemie, ma allo stesso tempo rivela molti modi per prevenirle, per ovvie ragioni i seguaci di Nurgle non sono molto contenti dell’interesse mostrato dai Medici per questo sacro testo, se solo si sospetta che uno di loro abbia studiato una copia del libro, riceve il “marchio della morte” da una speciale setta di assassini Nurgeliani, conosciuti come i Todschlager der Pesteherr (I Colpi Mortali del Signore della Peste), il cui unico compito è quello di impedire che i non credenti imparino come causare e soprattutto come prevenire le malattie.

Mito della Dea Cerridwen

Oggi voglio parlarvi del mito sulla Dea Cerridwen. C’era una volta una strega di nome Cerridwen che aveva due figli. La figlia femmina era bellissima, quasi finta mentre il bambino, di nome Morfran, era brutto e stupido.

Cerridwen, stanca e addolorata che Morfran fosse così orribile che ricorse alle sue arti magiche e lo fece diventare in un grande bardo cosicché nessuno facesse caso alla sua bruttezza. Cerridwen cominciò a fare una magia e per farla mise nel calderone tante piante, e furono molteplici gli incantesimi che pronunciò. Un anziano signore cieco di nome Morda manteneva il fuoco acceso, aiutato da un ragazzino di nome Gwyon.

Questo Calderone della Saggezza e dell’Illuminazione doveva ribollire per un anno e un giorno e le prime tre gocce del suo contenuto avrebbero donato l’eterna sapienza, mentre il resto del liquido sarebbe stata una pozione mortale per chiunque.

Zana, Almas femmina schiava in Caucaso

Verso il 1910 uno zoologo russo disse di essersi imbattuto in un cosacco che diceva di aver potuto osservare per settimane un Almas femmina che era stata catturata da alcuni agricoltori e tenuta per settimane legata ad una macina prima di liberarla.

Grazie a questo contatto il mandriano aveva potuto fornire parecchie informazioni sulle abitudini dell’Almas. La storia più incredibile però riguarda Zana, un’altra Almas vissuta in una fattoria del Caucaso da schiava nel 1900.

Catturata e passata da un padrone all’altro finì per essere condotta in catene nella fattoria di un uomo, un certo Edgi Genaba che la rinchiuse prima in un recinto fino a che si ammansì e poi la lasciò libera di girare quando ormai si era ammansita.

L’abominevole uomo delle nevi sull’Himalaya -II

Anche le spedizioni nell’Asia centrale, dove stavano le popolazioni dei Mongoli dei Gengis Khan, non portarono a nulla di fatto. Nelle aspre catene montuose e nei deserti, dove dovevano vivere degli esseri antropomorfi ricoperti di pelo, non trovarono nulla.

Le popolazioni del luogo chiamavano queste creature Almas, o uomini selvaggi, e facevano parte della della fauna locale, del tutto innocui e non ne crearono leggende.

Il fiele di questi essere inferiori pare riuscisse persino a curare l’itterizia. Un aristocratico bavarese, Hans Schiltberger descrisse gli Almas  nel 1430 dopo che riuscì a fuggire dalla prigionia. Venne tenuto nella regione di Tien Shan.

Mitologia Fenicia

Oggi voglio farvi conoscere la mitologia fenicia, che tra l’altro è una delle più antiche del Mar mediterraneo. La mitologia di questo fantastico popolo ha collegamenti con le mitologie Babilonesi ed egiziane. La cosmologia del popolo comincia con la simbiosi tra il Caos primitivo con una divinità, dalla loro unione venne generato l’uovo cosmico (Mot) che una volta diviso formò cielo e terra.

Il popolo fenicio era Politeista, cioè credeva in varie divinità. Gli dei vivevano nei templi, chiamati “bet”, cioè casa o palazzo, ma non ci sono pervenute statue a causa del diffuso aniconismo. Era molto diffuso il culto di stele o betili, di montagne, acque, alberi, e pietre ritenute sacre. Si credeva anche nei refaim, esseri dell’aldilà, inoltre la magia deriva da modelli egiziani, come scarabei ed amuleti ed era una pratica comune e diffusa. L’approccio alla religione da parte dei Fenici era più ritualistico che mitologico, e l’aldilà era localizzato sottoterra, ed essenziale per i defunti era ricevere una sepoltura per essere ricordati tra i vivi.

Pantheon delle divinità adorate dalle popolazioni Fenice.

Mitologia Fenicia

Oggi voglio farvi conoscere la mitologia fenicia, che tra l’altro è una delle più antiche del Mar mediterraneo. La mitologia di questo fantastico popolo ha collegamenti con le mitologie Babilonesi ed egiziane. La cosmologia del popolo comincia con la simbiosi tra il Caos primitivo con una divinità, dalla loro unione venne generato l’uovo cosmico (Mot) che una volta diviso formò cielo e terra.

Il popolo fenicio era Politeista, cioè credeva in varie divinità. Gli dei vivevano nei templi, chiamati “bet”, cioè casa o palazzo, ma non ci sono pervenute statue a causa del diffuso aniconismo. Era molto diffuso il culto di stele o betili, di montagne, acque, alberi, e pietre ritenute sacre. Si credeva anche nei refaim, esseri dell’aldilà, inoltre la magia deriva da modelli egiziani, come scarabei ed amuleti ed era una pratica comune e diffusa. L’approccio alla religione da parte dei Fenici era più ritualistico che mitologico, e l’aldilà era localizzato sottoterra, ed essenziale per i defunti era ricevere una sepoltura per essere ricordati tra i vivi.

Pantheon delle divinità adorate dalle popolazioni Fenice.

L’abominevole uomo delle nevi sull’Himalaya -I

Sulle vette dell’Himalaya sembra ci siano diverse creature viventi, non solo il conosciuto Abominevole uomo delle nevi. Questo sarebbe stato provato dal ritrovamento di diversi tipi di impronte.

Tombazi, di cui abbiamo già parlato, e spericolato fotografo greco aveva rinvenuto orme più piccole di quelle ritrovate da Howard-Bury, somigliavano a quelle di piedi umani. Parlando con gli Sherpa del luogo era da sempre noto che loro sapevano dell’esistenza di due distinte creature misteriose.

Alle due avevano dato anche nomi differenti: meh-teh erano chiamati gli esseri più piccoli, uomini bestia, mentre i più grandi erano chiamati yeh-teh e vivevano ai limiti della vegetazione, vicino ai nevai, e scendevano a valle solamente per rubare il cibo nei villaggi.

Mitologia Fenicia

Oggi voglio farvi conoscere la mitologia fenicia, che tra l’altro è una delle più antiche del Mar mediterraneo. La mitologia di questo fantastico popolo ha collegamenti con le mitologie Babilonesi ed egiziane. La cosmologia del popolo comincia con la simbiosi tra il Caos primitivo con una divinità, dalla loro unione venne generato l’uovo cosmico (Mot) che una volta diviso formò cielo e terra.

Il popolo fenicio era Politeista, cioè credeva in varie divinità. Gli dei vivevano nei templi, chiamati “bet”, cioè casa o palazzo, ma non ci sono pervenute statue a causa del diffuso aniconismo. Era molto diffuso il culto di stele o betili, di montagne, acque, alberi, e pietre ritenute sacre. Si credeva anche nei refaim, esseri dell’aldilà, inoltre la magia deriva da modelli egiziani, come scarabei ed amuleti ed era una pratica comune e diffusa. L’approccio alla religione da parte dei Fenici era più ritualistico che mitologico, e l’aldilà era localizzato sottoterra, ed essenziale per i defunti era ricevere una sepoltura per essere ricordati tra i vivi.

Pantheon delle divinità adorate dalle popolazioni Fenice.

Animali portafortuna II

Donnola
Si dice che se qualcuno mangia il cuore di una donnola diverrà, in futuro, un buon veggente.

Elefante
I braccialetti, realizzati in pelo di elefante, portano fortuna, in special modo se legati a fili d’oro. La zanna d’avorio èsempre stata considerata un potentissimo talismano specialmente per chi uccide l’elefante.

Farfalla
Anticamente si pensava che le farfalle fossero le anime dei morti e andavano trattate gentilmente.

Animali portafortuna

Gli animali sono creature di madre natura sacri ad essa, molti di loro hanno poteri magici molto sviluppati, alcune parti di loro se portati con se agiscono da talismano e da portafortuna, oggi cosi vi elencherò tutti o quasi tutti gli animali che si dice abbiano dei poteri magici.

Allodola
Vederla rende sicuri e libera dalle persecuzioni chi ne porta con sè la zampetta.In alcune nazioni come la Russia, viene considerata un animale santo e nessuno avrebbe il coraggio di ucciderla, senza chiedere poi perdono. Dalla tradizione infatti, sono definite “piccole serve di Dio”. Portare tre api in una scatoletta, senza che nessuno lo sappia, favorisce la saggezza e aiuta ad avvicinarsi a Dio. Api sciamanti in un vecchio tronco fanno presagire un lutto: la visione deve essere molto nitida.

Aquila
Un artiglio di aquila portato al collo, rende più forti ed energici ed eleva i nostri pensieri. Il suo sangue, bevuto, infonde coraggio in maniera smisurata.

Divinità Maori

Oggi voglio nuovamente parlarvi di alcune divinità di un popolo, poco conosciuto e spesso poco apprezzato. Oggi vi presento la mitologia dei Maori, dove gli dei erano classificati in:

Atua superiori
Atua inferiori
Oromatua

OHINA (Oce)
Era la dea dell’aria che unitasi con Taaroa divenne madre delle nuvole rosse, dell’arcobaleno e del chiaro di luna.

Divinità Maori

Oggi voglio farvi conoscere alcune divinità di un popolo, poco conosciuto e spesso poco apprezzato. Oggi vi presento la mitologia dei Maori, dove gli dei erano classificati in:

Atua superiori
Atua inferiori
Oromatua

ATUA (Oce)
Gli Atua superiori sono figli o nipoti Taaròa e la competenza sono gli elementi della natura, mentre gli Atua inferiori, che non prendendo parte alla vita degli uomini, li proteggono nelle loro attività, infine gli Oromatua punivano i litigiosi e curavano la pace in famiglia.

Tara, omaggio alla divinità Induista

Oggi voglio proporvi la Lode a Tara, divinità induista e buddhista Vajrayana.

Lode a Tara

Omaggio a Tara, l’eroina, la veloce, i cui occhi splendono di luce folgorante, sorta dallo stame del fiore di loto aperto del Signore dei tre mondi (Avalokiteshvara).

Omaggio a Lei il cui viso é simile a cento lune piene d’autunno sovrapposte; a Lei che sfavilla luce come quella di un migliaio di stelle raggruppate.