Scientology e la reincarnazione

Scientology, movimento religioso fondato da L. Ron Hubbard nel 1954, parla dell’immortalità dell’anima che “abita” un corpo dal momento della sua nascita fino alla sua morte. Secondo quanto viene spiegato l’essere spirituale, chiamato thetan vive la vita attuale che è determinata dalle sue esistenze precedenti.

Secondo teologi e studiosi di religioni che hanno in passato studiato Scientology e le sue pratiche questa ha somiglianze evidenti con il Buddismo, ma anche con particolari scuole di Induismo. L’idea delle vite passate è sempre esistita nelle religioni indiane fin dagli antichi Veda che sono la fonte principale delle religioni di questa parte del pianeta.

Il taoismo e l’immortalità

Nel taoismo il concetto di reincarnazione è un po’ differente da quello di altre religioni. Prima di tutto il taoismo prende vita con Laozi, filosofo a cui viene ascritto il più antico testo di questa religione.

Nel taoismo non c’è l’immortalità dell’anima quanto quella del corpo. Il prolunamento della vita diventa la cosa cui tendono i taoisti. Il credente di questa religione cerca l’immortalità per il corpo e quindi una vita eterna in questo senso.

Per ottenere l’immortalità i taoisti si affidano a pratiche ginniche, sessuali, dietetiche oltre che meditative. Se una persona rriva all’immortalità diventa un saggio e va a far parte del pantheon delle divinità di questa religione.

Il buddismo e la reincarnazione

Un’altra religione che prende in considerazione la reincarnazione è il Buddismo. In questa, come in altre, non c’è un Dio, ma un uomo, un essere umano che si è elevato e ha dato agli altri indicazioni per potersi elevare.

Il “fondatore” del Buddismo è Gautama Siddarta, detto appunto Budda, dal quale prende il nome la religione.

Lui ha passato la vita cercando di raggiungere più elevate vette spirituali parlando della condizione dell’uomo. La vita terrestre sarebbe per alcuni una sorta di punizione nella quale, una vita dopo l’altra, si cerca di purificarsi, in modo da tornare ad essere perfetti sotto ogni forma, come essere spirituale e, a quel punto, il ciclo delle vite reincarnati in corpi umani finisce.

Reincarnazione nell’induismo

L’Induismo è una religione diffusa in ottantaquattro paesi tra cui il Nepal e lì è la religione di Stato. Questa religione non ha avuto un fondatore ed è quindi difficile darne una datazione di nascita. Si pensa però che sia un moviemnto nato attorno alla prima metà del 1000 a.C.

Si è sviluppato nel subcontinente indiano utilizzando la religione che vi era lì e cioè quella vedica. Gli dei Vedici sono entrati a far parte del panteon induista perdendo però il posto di primo piano e diventando guardiani delle vie del cielo.

Gli induisti chiamato il ciclo della rinascita Samsara e attraverso questo cambiano la loro condizione spirituale. Quando l’anima lascia il corpo ormai morto sosta per tre epoche e poi migra verso il suo nuovo corpo.

Reincarnazione, religioni nel mondo

L’argomento della reincarnazione è così vasto che anche se se ne parlasse ogni giorni non si giungerebbe ad una soddisfacente panoramica se non dopo mesi! Sono tante le religioni che ci credono, ne parlano o in qualche modo sono legate a questa convinzione.

Per reincarnazione si intende la migrazione dell’anima da un corpo, che muore, ad un altro che nasce in un ciclo continuo di vite fino ad un determinato punto, o per sempre, a seconda delle credenze religiose.

Le maggiori religioni che parlano di reincarnazione e basano parte delle loro credenze su questo sono l’induismo, il buddismo, il taoismo, Scientology, ma si trovano anche nel pensiero moderno della New Age. Anche la religione cattolica la pensava diversamente su questo argomento passato.

L’anima dell’uomo nel respiro

Oggi torno a parlarvi reincarnazione e anima dell’uomo. Vado a riprendere vecchi concetti e pensieri di antichi filosofi oltre che le credenze di popoli che ormai non ci sono più, son rimaste però le loro idee e in questo particolare argomento sono piuttosto dibattute.

Spesso si diceva o ancora si dice che l’anima risieda nella testa, a volte nel sangue, del corpo che la ospita, in passato credevano anche che fosse nel respiro.

Questo perchè quando il corpo non respirava più significava che era morto. L’anima poi si trasferiva nel vento. Per questa motivazione nella cominità inutia i parenti della persona deceduta si chiudevano il naso per evitare che le loro anime uscissero a loro volta per raggiungere il caro estinto.

La reincarnazione nella storia, altre convinzioni – II

Abbiamo iniziato a parlare della reincarnazione prendendo in considerazione alcune convinzioni molto antiche. Come vedete però a seconda dei punti di vista degli studiosi, il concetto e la credenza vengono collocati in epoche diverse.

Chi ritiene che l’uomo ci creda da più di diecimila anni, chi invece parla solamente dei riferimenti scritti trovati migliaia di anni dopo. Ma cosa vuol dire reincarnazione?

La reincarnazione nella storia, altre convinzioni – I

Le origini del concetto di reincarnazione non sono chiare, o meglio, non ci sono moltissimi antichi scritti che ne parlano, bisogna però anche dire che una volta tutto era trasmesso oralmente e quindi non si possono avere dati certi.

Il passato e la storia vengono ricostruiti a ritroso utilizzando i documenti che sono pervenuti fino a noi che possono essere solo una parte della verità o anche tendenziosi perchè scritti in genere da una persona che aveva un suo punto di vista e credeva in sue convinzioni. Lo stesso vale per la religione.

William Price, reincarnazione di un Druido

Nel 1830 circa un giovane medico gallese, William Price, fece molto parlare di sé. Aveva una personalità molto particolare ed era convinto che se i pazienti si ammalavano la “responsabilità” fosse da imputare al loro medico curante.

Era vegetariano e, convinto che il matrimonio schiavizzasse la donna, ebbe un’amante. Figlio di un pastore fin da giovane sostenne di essere la reincarnazione di un Druido.

Affermò di aver trovato, durante un viaggio in Francia nel 1839, una pietra molto preziosa sulla quale erano incisi geroglifici che solo lui era in grado decifrare e un disegno del bardo primigenio che si rivolgeva alla luna.

Concilio di Costantinopoli, sette eretiche e reincarnazione

Con il Concilio di Costantinopoli Origene, filosofo di Alessandria d’Egitto, convinto che l’uomo fosse destinato a reincarnarsi una vita dopo l’altra, in luoghi e paesi diffrenti, con anche religioni differenti, venne dichiarto eretico.

Questo però non impedì che fiorissero sette “eretiche” che credevano nella reincarnazione, tanto che nell’XI secolo erano oltre la settantina. La più infuente fu probabilmente fu il gruppo degli albigesi, o catari, i “purificati” che erano convinti che gli uomini fossero spiriti caduti e la reincarnazione rappresentava un momento di espiazione.

Chi viveva in modo retta veniva poi ricompensato avendo dimora in un corpo che poteva elevarlo ancora di più spiritualmente. I catari si scagliarono contro la musica, ma sopratutto contro la magnificenza papale e questo fece si che avessero contro la Chiesa.

Per sfuggire al tempo, credenze indù e reincarnazione

Per gli Indù l’esistenza terrena di ogni uomo, o meglio, spirito, è un susseguirsi di vite, un viaggio dell’anima che utilizza il corpo per apprendere la conoscenza. Secondo loro l’anima può incarnarsi sia in un corpo di uomo che di animale. Al ciclo di nascita, vita e morte si pone termine solamente con l’illuminazione.

A questo punto l’anima si ricongiunge all’anima eterna ed universale. Il luogo privilegiato per raggiungere l’illuminazione è la città santa di Varanasi, a nord dell’India. Questa era ritenuta l’abitazione del dio Shiva e il luogo dove, dalla crosta terrestre sarebbe emersa la colonna di luce depositaria di tutti i segreti della trascendenza.

L’importanza della città è anche sottolineata dalla sua posizione, sulle sponde del sacro fiume, il Gange. Purificarsi nelle acque del fiume sacro a Varanasi oppure bere l’acqua del fiume proprio in quel punto, toglie i peccati della vita presente, che si sta vivendo, o anche di quelle passate, le sue sponde sono per questo disseminate di templi e scalinate che conducono all’acqua.

Il ritorno dei catari, la reincarnazione

Nel Medioevo in Francia si diffuse una setta cristiana che credeva alla reincarnazione e all’esistenza dello spirito dal corpo, come del bene dal male. I seguaci di questa religione erano chiamati Albigesi dal nome della città, Albi. Poi presero il nome di Catari, cioè “purificati”.

I Catari erano ritenuti dalla Chiesa una vera spina nel fianco che li bollava come eretici e li riteneva una grande minaccia per il potere ecclesiastico. Fu solo dopo una lunga lotta e grande battaglia che i cattolici conquistarono la roccaforte dei catari di Mentségur. duecentodieci persone furono catturarate e quando rifiutarono di rinunciare alla loro fede vennero arsi al rogo a Tolosa, nel 1244.

Ma questo era il passato. Un giorno, molto tempo dopo, nel 1962, una ragazza si recò da un medico perchè aveva dei terribili incubi e non sapeva più come fare. Inoltre la donna aveva molti tormenti mentali che sembravano derivare da ricordi di una vita precendente in cui era vissuta tra i catari.

Le molte vite del Dalai Lama

I cinesi invasero il Tibet a cominciare dal 1950. Saccheggiarono e distrussero migliaia di templi e monasteri buddisti nel paese. Cancellarono i segni esteriori di una religione antichissima i cui fedeli da ben cinquecento anni attribuivano il potere temporale e spirituale ad un’unica figura, un uomo-dio chiamato Dalai Lama.

L’importanza del Dalai Lama, deriva dagli antichi dogmi tibetani buddisti sulla reincarnazione. Come gli induisti anche i buddisti credono che le anime trasmigrino. Secondo i buddisti le anime illuminate che hanno completato il percorso, cioè l’espiazione del karma, raggiungono il nirvana, ovvero l’unione con l’unità universale trascendentale e la cessazione del ciclo di morte e rinascita.

L’anima che raggiunge tale stato può decidere se continuare a reincarnarsi, per aiutare le altre anime verso l’illuminazione, oppure no. Le persone che scelgono di non raggiungere il nirvana vengono chiamate bodhisattva, tra questi essere il più sacro è ritenuto l’avalokitesvara, e ogni Dalai Lama crede di esserne un’incarnazione, un’unica anima erede della saggezza di molte vite.

Sansara, la ruota del divenire nel Buddismo

Vivere, secondo il Buddismo, è soffrire, morire  vuol dire anche rinascere e tornare a soffrire. Il ciclo della vita, quello della morte e della reincarnazione prendono il nome di Sansara, qualcosa di inesorabile e senza fine che viene chiamato anche ruota del divenire.

Secondo il Buddismo il sollievo avviene solamente attraverso l’illuminazione interiore, ovvero la consapevolezza dell’unità universale di tutte le cose del creato. L’illuminazione è anche la porta attraverso la quale si accede al Nirvana, il mezzo utilizzato per arringere l’unità delle cose.

Secondo i dogmi del buddismo la sofferenza arriva dall’autocoscenza dell’Io e dall’illusione di essere un Io distinto dal resto delle cose. Gli individuo DETERMINANO il proprio destino creando, azione dopo azione, il loro Karma, che governa il processo di illuminazione della vita.