Per sfuggire al tempo, credenze indù e reincarnazione

Per gli Indù l’esistenza terrena di ogni uomo, o meglio, spirito, è un susseguirsi di vite, un viaggio dell’anima che utilizza il corpo per apprendere la conoscenza. Secondo loro l’anima può incarnarsi sia in un corpo di uomo che di animale. Al ciclo di nascita, vita e morte si pone termine solamente con l’illuminazione.

A questo punto l’anima si ricongiunge all’anima eterna ed universale. Il luogo privilegiato per raggiungere l’illuminazione è la città santa di Varanasi, a nord dell’India. Questa era ritenuta l’abitazione del dio Shiva e il luogo dove, dalla crosta terrestre sarebbe emersa la colonna di luce depositaria di tutti i segreti della trascendenza.

L’importanza della città è anche sottolineata dalla sua posizione, sulle sponde del sacro fiume, il Gange. Purificarsi nelle acque del fiume sacro a Varanasi oppure bere l’acqua del fiume proprio in quel punto, toglie i peccati della vita presente, che si sta vivendo, o anche di quelle passate, le sue sponde sono per questo disseminate di templi e scalinate che conducono all’acqua.

Il ritorno dei catari, la reincarnazione

Nel Medioevo in Francia si diffuse una setta cristiana che credeva alla reincarnazione e all’esistenza dello spirito dal corpo, come del bene dal male. I seguaci di questa religione erano chiamati Albigesi dal nome della città, Albi. Poi presero il nome di Catari, cioè “purificati”.

I Catari erano ritenuti dalla Chiesa una vera spina nel fianco che li bollava come eretici e li riteneva una grande minaccia per il potere ecclesiastico. Fu solo dopo una lunga lotta e grande battaglia che i cattolici conquistarono la roccaforte dei catari di Mentségur. duecentodieci persone furono catturarate e quando rifiutarono di rinunciare alla loro fede vennero arsi al rogo a Tolosa, nel 1244.

Ma questo era il passato. Un giorno, molto tempo dopo, nel 1962, una ragazza si recò da un medico perchè aveva dei terribili incubi e non sapeva più come fare. Inoltre la donna aveva molti tormenti mentali che sembravano derivare da ricordi di una vita precendente in cui era vissuta tra i catari.

Le molte vite del Dalai Lama

I cinesi invasero il Tibet a cominciare dal 1950. Saccheggiarono e distrussero migliaia di templi e monasteri buddisti nel paese. Cancellarono i segni esteriori di una religione antichissima i cui fedeli da ben cinquecento anni attribuivano il potere temporale e spirituale ad un’unica figura, un uomo-dio chiamato Dalai Lama.

L’importanza del Dalai Lama, deriva dagli antichi dogmi tibetani buddisti sulla reincarnazione. Come gli induisti anche i buddisti credono che le anime trasmigrino. Secondo i buddisti le anime illuminate che hanno completato il percorso, cioè l’espiazione del karma, raggiungono il nirvana, ovvero l’unione con l’unità universale trascendentale e la cessazione del ciclo di morte e rinascita.

L’anima che raggiunge tale stato può decidere se continuare a reincarnarsi, per aiutare le altre anime verso l’illuminazione, oppure no. Le persone che scelgono di non raggiungere il nirvana vengono chiamate bodhisattva, tra questi essere il più sacro è ritenuto l’avalokitesvara, e ogni Dalai Lama crede di esserne un’incarnazione, un’unica anima erede della saggezza di molte vite.

Sansara, la ruota del divenire nel Buddismo

Vivere, secondo il Buddismo, è soffrire, morire  vuol dire anche rinascere e tornare a soffrire. Il ciclo della vita, quello della morte e della reincarnazione prendono il nome di Sansara, qualcosa di inesorabile e senza fine che viene chiamato anche ruota del divenire.

Secondo il Buddismo il sollievo avviene solamente attraverso l’illuminazione interiore, ovvero la consapevolezza dell’unità universale di tutte le cose del creato. L’illuminazione è anche la porta attraverso la quale si accede al Nirvana, il mezzo utilizzato per arringere l’unità delle cose.

Secondo i dogmi del buddismo la sofferenza arriva dall’autocoscenza dell’Io e dall’illusione di essere un Io distinto dal resto delle cose. Gli individuo DETERMINANO il proprio destino creando, azione dopo azione, il loro Karma, che governa il processo di illuminazione della vita.

Lo stato mentale del medium, le comunicazioni con i morti – parte II

Leopold era l’uomo che aveva salvato Hèléne quando era bambina il giorno in cui era stata assalita da un cane. Si era poi dato alla fuga senza dirle come si chiamasse o altro. Flournoy, il professore di psicologia, arrivò a concludere che il potere di telecinesi e di telepatia imputati a Hèléne fossero del tutto veritieri. Affermò che la donna aveva poteri paranormali.

Hèléne sembrava fosse predestinata a questa vita di talenti paranormali fin dall’infanzia e il suo sdoppiamento di personalità non fosse dovuto, come pensavano, ad un trauma. Un’altra donna fu studiata dagli psicologi. Si trattava di Pearl Curran, di Saint Luis. Lei era stata una persona normale fino al luglio del 1913 quando dilettandosi con la tavola di Ouija ricevette un messaggio.

Diceva: “Vissi molti mesi fa, ora ritorno. Mi chiamo Patience Worth“. La ragazza era in realtà una quacchera nata nel 1600 in Inghilterra e parlava solo tramite la Curran. Dalla bocca di quest’ultima uscivano poesie, romanzi, commedie che trovavano lettori in tutti gli Stati Uniti.

Lo stato mentale del medium, le comunicazioni con i morti – parte I

I grandi medium del passato hanno attratto l’interesse degli psicologi che volevano spiegare le loro “presunte” comunicazioni con l’aldilà e gli spiriti dei morti attraverso la patologia che chiamano “dissociazione” della personalità, in pratica una malattia della mente.

Questa patologia era stata descritta per la prima volta nel 1815 e divenne famosa grazie a Robert Louis Stevenson che la utilizzò nel suo racconto Dottor Jekill e Mister Hyde, il suo mostruoso alter ego. Le due persone che convivono hanno caratteristiche completamente diverse e la seconda sfugge alla prima, non ha cioè controllo cosciente su di essa.

Gli psicologi erano convinti che sorgesse a causa di un grave shock emotivo come la perdita di un genitorie, di un grande amore, per esempio. La prima medium che venne studiata a fondo in questo senso fu Hèléne Smith che all’età di trent’anni aveva aderito al circolo degli spiritisti di Ginevra.

L’anima esce dal corpo, viaggi extracorporei che fanno in molti – parte I

I viaggi dell’anima sono esperienze che in molti raccontano di aver fatto, fin dall’inizio dei secoli le persone, delle più diverse nazionalità e razze, ma anche estrazione sociale, hanno sempre parlato della possibilità di staccarsi dal corpo terreno per poter prendere “il volo” solamente come spirito, essenza, o anima. Gli studiosi di fenomeni paranormali hanno sempre cercato di dare una spiegazione a tutto questo.

Gli studi condotti hanno portato alla conclusione che non c’è  una maggior predisposizione a questi viaggi dell’anima che dipenda da razza, etnia, nazionalità luogo in cui si vive. Si verificano in Tibet, tanto quanto in Africa, tra i francesi o nel Borneo e nell’Oceania. Anche se non sembra dipendda nemmeno dalla professione molti scrittori hanno raccontato e scritto dettagliamente le loro esperienze extracorporee.

Ma oltre ad esserci molti personaggi famosi che l’hanno sperimentato, specialmente artisti, ci sono anche migliaia di persone comuni che possono raccontarne. Ci sono alcuni fattori che “conciliano”, ovvero che favoriscono questo tipo di viaggi extra corporei.

Diana Hoerig, channeler: il mago dentro ognuno di noi

Diana Hoerig, una channeler, ha sempre affermato che ognuno di noi può imparare a diventarlo, in modo consapevole e ce non è difficile come si possa credere. Questa donna è la channeler che sostiene di aver incontrato il famoso Mago Merlino, vissuto ai tempi di Re Artù. Il primo incontro risalirebbe al 1980.

La donna ricorda che in quel momento stava meditando. Merlino divenne uno dei suoi spiriti guida e lei la fondatrice dell’associazione de “la rete della fiamma violetta” in California del Sud. Lo scopo per cui è stata creata è di concentrare tutte le energie per fare in modo che governi e istituzioni creino un mondo di verità e integrità.

Impresa per niente facile se si pensa a come siamo ridotti ai giorni nostri! Merlino, contattò la Hoerig per portare un messaggio all’intera umanità. DIfatti lei, dopo averlo ricevuto, lo estese a tutti quanti. Lui sosteneva di rappresentare il “mago che sta dentro ognuno di voi” e uno strumento di luce.

Bambini indaco, mistero, poteri, futuro della razza umana e 2012 – parte 4

Gli “Starseed” sono, come si diceva, un discorso a parte. Sono “anime” umane solo in parte ed estremamente evolute, brillanti come stelle. Nascono con la consapevolezza di sé e con un bagaglio di conoscenze che possiamo solamente sognarci.

Percepiscono i pensieri delle persone che hanno intorno, sono in grado di leggere loro dentro, di capire chi sono e come sono, come agiranno e si comporteranno. I bambini delle Stelle hanno in sé l’impulso a far del bene e assomigliano di più al padre, che non li abbandona mai ed è la loro guida spirituale.

Non sono umani al 100%, difatti hanno una componente extraterrestre, arrivati qui da un altro mondo hanno il compito di assistere l’umanità attraverso l’ingresso nella Nuova Era, il 2012. Gli Starseed, o figli delle Stelle, spesso si sentono soli e sanno di non essere originari di qui. In genre il loro vero genitore è quello che non è sulla Terra, oppure sono figli di Starseed già sulla Terra da tempo.

Reincarnazione: credenza moderna sulla quale indagare – parte 3

Da tempo studiosi indagano sulla reincarnazione alla ricerca di prove che sono state classificate in tre tipi:

episodi di persone, qui si parla prevalentemente di bambini che, spontaneamente, offrono ricordi più che mai vividi di una vita precedente;

– regressione ipnotica, che ha solo una certa credibilità e altre pratiche;

– e la meno attendibile che comprende le persone che dicono di fare da tramite, o canale di comunicazione tra un vivo e un morto.

Le persone che si sono occupate di indagare con le persone che hanno spontanemante fornito dei ricordi di vite precedenti sono quelle che posso contare sulla maggiro quantità di prove. Spesso  ricordi del passato affiorano tramite i sogni ricorrenti di posti che non si sono mai visitati in questa vita. Nei paesi dove la reincarnazione è una ormale credenza, non è raro che le donne incinta riferiscano di persone decedute che le informano della loro intenzione di rinascere nel corpo del loro bambino.

Ian Stevenson, raccolse prove sulla reincarnazione

Ian Stevenson era professore di psichiatria all’Università della Virginia e direttore del Reparto sugli studi della personalità nel centro medio della stessa università ed era già famoso per i suoi studi sulla metempsicosi, come veniva chiamata ai tempi la reincarnazione.

Fin dagli anni ’70 ha occupato un post di primo piano negli Usa, ma in seguito anche nel mondo per queste sue ricerche. Aveva accumulato, durante i suoi anni di lavoro, una straordinaria quantità di materiale, catalogando e valutando oltre 2.000 casi di reincarnazione.

Ta il 1966 e 1977 percorse circa 80.000 chilometri l’anno per andare a far visita alle persone che sosteneva di essersi reincarnata. Le intervistava, registrava i colloqui, sentiva i parenti e sviscerava tutti gli aspetti del caso per cercare di stabilire una verità, ed eliminare le possibilità di frodi.

Reincarnazione: credenza di tutte le religioni nel passato – parte 2

 Nel 400 le teorie di Origene furono condannate come eretiche da Papa Anastasio, ma in seguito altre sette eretiche, una settantina, portarono avanti l’idea della reincarnazione a dispetto del Concilio di Constantinopoli. I più influenti in questo senso furono i Catari che ritenevano gli esseri umani spiriti caduti.

Chi si comportava rettamente aveva diritto, nella vita seguente, a dei miglioramenti spirituali, ad un corpo migliore ad elevazione, al contrario, chi aveva vissuto male si sarebbe ritrovato in una nuova vita piena di sofferenza e malattie. La Chiesa li perseguitò e mettendo di nuovo al bando il concetto di reincarnazione e minacciando di scomunicare chiunque vi aderisse.

In Oriente il concetto della reincarnazione ha radici antichissime. Lo si trova nelle Upanishad, testi Sanscriti Veda, concetto che si è poi riversato nelle religioni che sono nate dal Vedismo: induismo, brahanesimo, ad esempio. Anche nel buddismo si crede nella reincarnazione.

Reincarnazione: credenza di tutte le religioni nel passato – parte 1

L’idea che l’anima dell’uomo si reincarnasse, dopo la morte del corpo, in un altro corpo risale approssimativamente a 12.000 anni fa, all’età della Pietra, forse anche prima. Solo negli ultimi decenni è tornata ad essere un argomento non solo discusso, ma studiato, con migliaia e migliaia di casi documentati di persone che hanno ricordato, o si ricordano, delle loro vite precedenti.

Per gli egizi, secondo quanto descrisse Erodoto, grande storico greco che ne trascrisse le usanze, ci volevamo 3.000 anni affinchè lo spirito, o anima, completasse il ciclo della vita. Questo però comportava il vivere e morire per un numero variabile di volte.

Gli antichi greci credevano alla reincarnazione. Pitagora, matematico molto famoso, ma anche mistico, ricordava d’essere stato diverse persone, tra cui un guerriero troiano, una prostituta, un contadino e altri ancora. Platone, uno dei maggiori e più conosciuti filosofi greci, vissuto nel V secolo a.C. sosteneva che lo spirito, attraverso le varie nascite, saliva gradualmente, o scendeva, a seconda di come si comportava nella vita, nove gradini di giustizia.

Reincarnazione: un bramino in un bambino di tre anni

Jasbir Lal Jat era un bambino che all’età di tre anni venne dichiarato morto di vaiolo. Aveva cessato di respirare e il suo corpo era diventato freddo, ma il giorno dopo il piccolo si mosse e in poche settimane guarì completamente.

Il suo comportamento era però completamente differente da prima che si ammalasse, inoltre Jasbir ora sosteneva di appartenere ad una casta di bramini che abitavano in un’altra città, a circa trenta chilometri da lì.

Rifiutava di mangiare il cibo comune che la madre gli preparava perchè lo voleva secondo le usanze della sua casta sacerdotale e spiegava la sua morte con un incidente avvenuto durante una processione nuziale.